Combinata nordica
Combinata nordica, Coppa del Mondo Lahti 2023. Lamparter prossimo alla Sfera di cristallo, Riiber alle 60 vittorie
Anche la Coppa del Mondo maschile di combinata nordica giunge alla propria conclusione. Nel weekend gli atleti saranno di scena a Lahti, in Finlandia, una delle “Grandi classiche” della disciplina.
Le competizioni del fine settimana saranno, come d’abitudine, parte integrante dei cosiddetti Lahti Ski Games. La manifestazione, dedicata a tutte le discipline nordiche e da tempo cooptata dal circuito maggiore, festeggia quest’anno il proprio centenario, essendo nata nel 1923. Da allora è stata cancellata solo tre volte (nel 1930 per scarsità di neve, nel 1940 a causa della Guerra d’Inverno, nel 1942 per difficoltà economiche).
La lotta per la conquista della Sfera di cristallo è, matematicamente parlando, ancora aperta. Johannes Lamparter gode però di un solido margine di vantaggio sia su Julian Schmid (staccato di 146 punti) che su Jens Lurås Oftebro (distante 152 lunghezze). Considerando come restino a disposizione 200 punti, è evidente come la Coppa del Mondo sia indirizzata verso l’austriaco, al quale sarà sufficiente un podio in una delle due gare (oppure un doppio nono posto) per chiudere la partita in proprio favore.
Alla luce dell’enorme tradizione di Lahti, non sorprende come questo luogo sia uno di quelli dove si è disputato il maggior numero di gare individuali di primo livello. Se ne contano ben 54, di cui nove con valore iridato diluite in sette differenti edizioni dei Mondiali (1926, 1938, 1958, 1978, 1989, 2001, 2017)!
Sono ventinove gli atleti riusciti ad arpionare almeno un successo. Fra di essi spicca il tedesco Johannes Rydzek, unico uomo capace di imporsi per ben 5 volte (2011, 2014, doppia medaglia d’oro iridata 2017, 2018).
Comprendendo il bavarese, sono sei i combinatisti in attività ad aver già primeggiato su queste nevi. Hanno raggiunto quota 3 affermazioni Eric Frenzel (2011, 2014, 2017) e Akito Watabe (2015, 2020, 2021). Ha festeggiato in 2 occasioni Fabian Rießle (2016, 2017), mentre hanno conquistato 1 vittoria anche Jørgen Graabak (2019) e Jarl Magnus Riiber (2022).
Focalizzandosi, invece, sui podi, sono undici gli uomini tuttora in azione a vantare piazzamenti nella top-three nel capoluogo della regione Päijät-Häme. Capofila differente per questa graduatoria, capitanata da Frenzel, spintosi in doppia cifra.
10 – FRENZEL Eric [GER] (3-6-1)
9 – RYDZEK Johannes [GER] (5-1-3)
9 – WATABE Akito [JPN] (3-5-1)
3 – RIEßLE Fabian [GER] (2-0-1)
3 – GRAABAK Jørgen [NOR] (1-1-1)
3 – GEIGER Vinzenz [GER] (0-2-1)
2 – RIIBER Jarl Magnus [NOR] (1-1-0)
1 – HIRVONEN Eero [FIN] (0-1-0)
1 – SEIDL Mario [AUT] (0-0-1)
1 – YAMAMOTO Ryota [JPN] (0-0-1)
1 – LAMPARTER Johannes [AUT] (0-0-1)
Volgendo lo sguardo ai vari movimenti nazionali si evince come da queste parti la Germania sia, senza dubbio alcuno, la potenza egemone. Interessante notare come nonostante l’elevatissimo numero di gare, i Paesi capaci di vincere siano stati solo sei.
58 (20-20-18) – GERMANIA [All-Inclusive]
39 (16-12-11) – NORVEGIA
22 (8-7-7) – FINLANDIA
16 (2-7-7) – AUSTRIA
15 (6-5-4) – GIAPPONE
5 (0-0-5) – FRANCIA
4 (2-0-2) – USA
2 (0-2-0) – URSS
1 (0-1-0) – SVEZIA
Dunque l’Italia non è mai riuscita a salire sul podio in una gara tenutasi a Lahti. I migliori risultati sono due quarti posti ottenuti da Andrea Longo, peraltro in due inverni differenti. Il trentino si piazzò ai piedi del podio sia il 28 febbraio 1992 che il 2 marzo 1996.
TEAM SPRINT
Nel weekend andrà in scena anche una team sprint. Trattasi ormai di una tradizione in questo impianto, che ne hanno già ospitate ben 10. Nessun altra location ha organizzato un numero analogo di competizioni in questo format! La maggioranza dei successi è stata spartita equamente tra Germania e Norvegia, impostesi in 4 occasioni a testa. I tedeschi hanno primeggiato nel 2013, 2015, 2016 e ai Mondiali 2017. Gli scandinavi, invece, hanno festeggiato nel 2014, 2020, 2021 e 2022. Le affermazioni sfuggite ai nordici e ai teutonici sono state appannaggio di Austria (2018) e Finlandia (2019).
Foto: La Presse