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F1, a Jeddah la Ferrari spera in un miracolo. I lunghi rettilinei potrebbero dare una mano

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Charles Leclerc

Come sappiamo la Ferrari ha incamerato un Gran Premio del Bahrain da incubo, soprattutto perché ha rigenerato tanti spettri del 2022. Il regresso prestazionale tra qualifica e gara, l’usura eccessiva degli pneumatici, l’affidabilità deficitaria e l’impotenza nei confronti della Red Bull sono stati i tratti caratteristici della seconda parte della passata stagione. Connotati ripropostisi al principio del 2023, dinamica sicuramente inquietante.

Però una gara non fa necessariamente testo. Lo si è visto anche lo scorso anno. Per esempio proprio a Sakhir, ma anche in Australia o in Austria. Anzi, Melbourne e Spielberg sono stati contesti dove la F1-75 si è rivelata complessivamente più efficace della RB18. Dunque, non essendoci ancora punti di riferimento, sarebbe prematuro dare per scontata una nuova debacle ferrarista in terra saudita.

La SF23 ha dimostrato di avere un punto di forza, ovvero l’elevata velocità di punta. Potrebbe, questa, essere una qualità in grado di dare una mano alle Rosse in Arabia Saudita? Jeddah va considerata una pista iper-veloce, essendo una delle poche dove si può tenere una media sul giro superiore ai 250 km/h. Anzi, a conti fatti, forse solo Monza è un autodromo dalla media più elevata. Il tracciato saudita è più rapido persino di Spa-Francorchamps, Spielberg e Silverstone.

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La situazione potrebbe permettere alla Scuderia di Maranello di dare filo da torcere al Drink Team? Possibile, soprattutto in qualifica. Bisognerà poi vedere come evolverà la gara, con un occhio di riguardo relativamente al tema del degrado delle Pirelli, che a partire dall’estate 2022 si sta rivelando un rompicapo irrisolvibile per il Cavallino Rampante. Questione, forse, anche di set-up?

Si vedrà. Ci sono ancora troppi pochi elementi per dare delle risposte in merito. La stagione è acerba. D’altronde la primavera astronomica comincerà solo martedì prossimo. Anche le monoposto possono avere bisogno di qualche tempo per maturare. D’altro canto, nel 2022, la RB18 non aveva forse cominciato peggio rispetto alla F1-75?

Foto: La Presse

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