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Formula 1
F1, Ferrari e il rischio di vivere una nuova stagione come quella del 2021
Questo lunedì mattina dev’essere parecchio pesante in quel di Maranello. Parecchi musi lunghi, diverse fronti corrugate e non pochi grattacapi, nel vero senso della parola. Il Gran Premio del Bahrain, primo appuntamento del Mondiale di Formula Uno 2023, ha lasciato detriti all’interno della Scuderia. Figuriamoci per la squadra che sta tornando da Sakhir con un volo condito da ben pochi sorrisi. Quella che doveva essere l’alba di un grande sogno, si è rapidamente trasformata in un incubo sportivo. Tutte le speranze sono naufragate nel breve volgere di pochi giri, senza dover poi tornare con la memoria a quella 41a tornata…
Già, il momento nel quale lo sconforto ha avvolto tutto il team del Cavallino Rampante. Un film già visto e rivisto, purtroppo. Charles Leclerc che si apre nel team radio, annuncia guai alla sua monoposto, parcheggia a lato in uscita di curva 13 e abbandona la gara. Una doccia fredda, anzi gelata, nonostante ci trovassimo nel torrido deserto vicino alla capitale Manama. Il materializzarsi di tutti i timori dei tifosi ferraristi. Il più classico dei “ci risiamo”. Il riassunto del pensiero degli appassionati e di Charles Leclerc, a sua volta sconsolato e facilmente comprensibile.
Dopo una stagione 2022 che aveva preso il via con una Ferrari eccellente e con il vento in poppa, settimana dopo settimana la dura realtà ha presentato il conto al monegasco, a Carlos Sainz e, non ultimo, al team principal Mattia Binotto. Le rotture in serie tra Baku (doppia), Spagna e Austria, avevano portato la scuderia emiliana a depotenziare le proprie Power Unit, consegnandosi allo strapotere della Red Bull che, come si è visto, ha dato il via sostanzialmente ad un percorso netto. Bene, l’avvio di questo 2023 doveva segnare un taglio netto rispetto a queste criticità. Il leitmotiv interno alla squadra di Maranello era improntato al realismo. “Sappiamo che Verstappen è davanti, ma noi vogliamo giocarci le nostre carte, con l’affidabilità che non sarà più un problema”.
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Parole che, con il senno di poi, assomigliano a sale su una ferita. Le prime avvisaglie si erano avute già durante la Q3 di sabato. Quel secondo tentativo non effettuato da Leclerc “…per salvaguardare un treno di gomme soft in ottica gara”, si era detto, aveva spaventato parecchio. La notizia della domenica mattina poi, ovvero la sostituzione di batterie e centralina sulla SF-23 numero 16, aveva davvero lasciato sbigottiti. “Ci risiamo”? Ormai quella domanda assomiglia a un mantra, a un ritornello. Tanto più che, effettivamente, la Ferrari del classe 1997 si è davvero ritirata dopo 41 giri. Il sogno di lottare davvero per il titolo contro un rivale impressionante, rischia di essersi già sgretolato alla prima gara. Non tanto perchè una scuderia del livello di quella capeggiata da Frederic Vasseur non possa risalire la china, ci mancherebbe, quanto perchè un problema simile, subito all’esordio, rischia di inficiare tutto il lavoro invernale e, ovviamente, condizionare il prosieguo del campionato.
E ora, come si affronta questo colpo durissimo? Il rischio di rivivere una annata in “stile 2021” è dietro l’angolo. Anche in quel caso, infatti, la SF21 era una monoposto ben lontana dalla perfezione, un po’ come la SF-23 che si è vista a Sakhir. Una vettura molto sottosterzante alle più alte temperature, quindi nel complesso con un retrotreno ben poco stabile, senza dimenticare la pessima gestione delle gomme sul passo gara. Se, come si è visto ieri, con le soft la situazione era tutto sommato nella norma, con le hard le prestazioni sono state quanto mai preoccupanti. Mescola più dura uguale minore gestione per la Rossa. Davvero un aspetto di difficile spiegazione. L’affidabilità, quindi, non è l’unico problema per la macchina edizione 2023. Rappresenta il campanello d’allarme più importante, ma non è l’unico. Come inizio c’è poco da salvare in quel di Maranello, per un lunedì davvero complicato da metabolizzare, con quel “Ci risiamo” che echeggia nelle orecchie.
Foto: LPS Alex Galli