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F1, perché si dice che la Aston Martin sia un ‘clone’ della Red Bull?

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Fernando Alonso

Il fine settimana del Gran Premio del Bahrain ha avuto una protagonista che, fino a qualche settimana fa, non era del tutto attesa: la Aston Martin. La monoposto della scuderia con sede a Silverstone aveva già attirato notevole interesse dopo la tre-giorni dei test pre-stagionali, ma ha confermato tutto con gli interessi al momento giusto, ovvero quello del weekend di gara. Prestazione solida in qualifica e, infine, straordinario podio con Fernando Alonso nella giornata di ieri, al termine di una prestazione di livello assoluto. Non c’è che dire, niente male come avvio di campionato.

La AMR23, tuttavia, non solo aveva fatto notizia per le performance che sembrava poter mettere in scena ma, soprattutto, per la sua composizione. Proviamo a spiegare nel dettaglio questo aspetto particolare. La vettura affidata alle sapienti mani del due volte campione del mondo e di Lance Stroll è assemblata con diverse componenti griffate Mercedes (dalle sospensioni al retrotreno, per empio) ma assomiglia in maniera evidente alla Red Bull. Per confermare questo assunto è sufficiente rileggere le dichiarazioni del team di Milton Keynes rilasciate ieri. Il team principal Christian Horner ha sibilato: “…quella vettura ci è molto familiare”, mentre Sergio Perez ha aggiunto il carico da novanta: “Abbiamo tre Red Bull sul podio”.

Frasi dette a mo’ di battuta, certo, condite da notevoli sorrisi, ma un fondo di verità c’è. Come si è visto sin dalla prima messa in pista, la macchina con la livrea in “total green” ha proposto un concetto molto simile a quello pensato dallo staff di Adrian Newey. Non solo, il direttore tecnico Dan Fellows ha lavorato proprio in quel gruppo per 15 anni, per cui possiamo capire facilmente da dove stia andando ad attingere le proprie linee guida. La conformazione delle pance, per esempio, è pressoché identica a quella della RB19, con notevole scavo interno e un “piatto” sul cofano motore che assomiglia parecchio alla vettura con i due tori sulla propria scocca.

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Ma, come sempre, una cosa sono le idee ed i progetti, un’altra è la pista. Laddove tutto si decide. Dopo il fine settimana di Sakhir (il primo di 23 appuntamenti, giova ricordarlo) tutto è sembrato filare nella giusta direzione in casa Aston Martin. Riuscire ad assemblare una monoposto con componenti Mercedes, filosofia Red Bull e idee proprie, poteva assomigliare ad un rischio notevole. Al momento, invece, la missione è riuscita e, come spiegano dal team di Silverstone, i margini di miglioramento sono ancora ampi. Vedremo, quindi, se Alonso e Stroll potranno essere protagonisti lungo tutto il corso della stagione e fino ad Abu Dhabi. La “verdona” ha stupito nel deserto del Bahrain, ma farà lo stesso anche nel prossimo appuntamento di Jeddah?

Foto: LPS Alex Galli

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