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F1, Red Bull e il segreto delle sospensioni – VIDEO

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Adrian Newey

Una domanda ricorrente: che cosa Adrian Newey si sarà inventato questa volta? Un quesito che quasi annoia, ma reso evergreen per quanto accade in pista da diverso tempo e anche l’inizio del Mondiale 2023 di F1 non è un’eccezione. Alla prova dei fatti, c’era grande curiosità sulla nuova Red Bull, nata dalla mente geniale dell’ingegnere britannico, e a prima vista non ci sono riscontrate evoluzioni così importanti, ma alla fine della fiera la genialata di Newey c’è

Del resto parliamo di un progettista capace di vincere 11 titoli mondiali piloti (3 Williams nel 1992-1993-1996 – 2 con McLaren nel 1998-1999 – 6 con la Red Bull tra il 2010 e il 2013 e tra il 2021 e il 2022) e 10 costruttori (4 con la Williams nel 1992-1993-1994-1996 – 1 con la McLaren 1998 – 5 con la Red bull dal 2010 al 2013 e nel 2022). Numeri impressionanti che portano al cosiddetto “Effetto Newey“.

Charles Leclerc, poco dopo il suo ritiro a Sakhir (Bahrain), dove la Red Bull ha fatto doppietta con Max Verstappen e Sergio Perez, si è espresso in termini molto stupiti sulla RB19, riferendosi a un qualcosa che non si era mai visto, ovvero una macchina capace di trasformarsi in maniera incredibile in gara e di dare un secondo a tutti, come minimo. Ma come è stato possibile?

Il buon Adrian ci ha messo lo zampino e il “segreto” consisterebbe nella sospensione anteriore pull-rod, associato ovviamente a un corpo vettura dall’aerodinamica sopraffina. Da sottolineare che la RB19 sia l’unica monoposto, insieme alla McLaren, a montare questo sistema all’avantreno e uno schema sospensivo push-rod al posteriore. Chiaramente i riscontri sono diversi da quelli della vettura di Woking e dipendono da altri fattori progettuali.

Newey e il suo staff hanno costruito un cinematismo all’anteriore della macchina che le permette di essere completamente insensibile alle variazioni di carico, ci si riferisce in particolare all’inclinazione geometrica dei bracci anteriori delle sospensioni. In altre parole, è come se la RB19 potesse contare su delle vere e proprie “sospensioni attive” che adattano la loro rigidità dinamica in funzione del carburante, così da neutralizzare il classico comportamento, parzialmente imprevedibile, delle monoposto di F1 che, ad esempio piene di benzina, possono mostrare criticità in frenata e nei cambi di direzione.

Un sistema che consente alla macchina di Milton Keynes di mantenere l’altezza da terra in maniera del tutto conforme al regolamento, gestendo in modo eccellente le temperature di esercizio degli pneumatici. In questa maniera, si spiega perché la Red Bull abbia un degrado delle gomme a bassissima intensità e i piloti, Verstappen in primis, possano permettersi di spingere, non soffrendo minimamente del porpoising. Un aspetto che potrebbe rischiare di condizionare l’intera annata perché si parla di una soluzione ben difficilmente replicabile da altri. Non resta che attendere ulteriori indicazioni dai prossimi GP.

Di seguito il video di Sky Sport che spiega il tutto:

VIDEO SOSPENSIONI RED BULL, IL SEGRETO

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Foto: LaPresse

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