Judo
Judo, Giulia Carnà: “Ho avuto problemi, ora va molto meglio. Nella nuova categoria voglio divertirmi”
Il judo italiano sta attraversando uno dei migliori periodi della sua storia, grazie ad una serie di campioni ormai affermati come Odette Giuffrida, Alice Bellandi, Manuel Lombardo e Christian Parlati oltre a tanti giovani interessanti in rampa di lancio e già capaci di raggiungere risultati importanti nel World Tour. Tra questi c’è sicuramente Giulia Carnà, stella emergente del movimento tricolore che ha stabilito diversi record di precocità nell’ultimo biennio grazie ad un judo vario ed estremamente spettacolare.
La palermitana classe 2004, portacolori delle Fiamme Oro, è infatti l’azzurra più giovane di sempre ad essere salita sul podio in un Grand Slam (a 17 anni e 276 giorni) e ad aver vinto la medaglia d’oro in un Mondiale Junior (a 17 anni e 309 giorni). Questi risultati le hanno consentito di scalare velocemente le classifiche nella categoria fino a 52 kg, prima di un lungo stop conclusosi lo scorso weekend. Carnà ha fatto il suo debutto stagionale nella Junior European Cup di Lignano in una nuova categoria di peso, ottenendo un secondo posto ma soprattutto ritrovando le sensazioni di gara dopo tanto tempo.
Giulia, innanzitutto come stai e quali sensazioni hai provato domenica scorsa sul tatami alla tua prima gara internazionale nei 57 kg dopo oltre sei mesi lontana dalle competizioni?
“Sto bene e sono davvero felice di essere tornata sul tatami. Mi mancavano un po’ queste sensazioni ed era giusto ricordarle, anche se in una nuova categoria, però erano abbastanza importanti“.
Il tuo passaggio dalla 52 alla 57 kg è definitivo o solo temporaneo?
“Per ora mi godo il momento“.
Ripercorrendo la tua giovane carriera, l’argento agli Europei Junior 2020 in Croazia probabilmente ha rappresentato un punto di svolta. Ti aspettavi di poter raggiungere un risultato simile al tuo penultimo anno da cadetta?
“No, ed in effetti è stato un punto di svolta. Nemmeno io ci credevo quell’anno ad una possibile medaglia. Quando mi hanno chiamato per fare quella gara, non me l’aspettavo proprio. Sono andata lì e ho vissuto la gara incontro dopo incontro, nonostante fosse un periodo particolare per il Covid. È stato proprio un punto di svolta, perché da lì ho iniziato a crederci davvero“.
Nel 2021 ti sei confermata ad alti livelli, dimostrando le tue potenzialità e conquistando altri due argenti importanti (soprattutto quello al Mondiale Junior di Olbia). Hai qualche rimpianto ripensando a quelle due finali perse o eri comunque soddisfatta delle tue gare?
“Sicuramente i rimpianti ci sono perché sono molto perfezionista da questo punto di vista. Riguardando le finali, mi rendo conto di aver fatto dei miglioramenti e di aver peccato in quel momento di lucidità e forse di esperienza. Sicuramente mi ha portato a migliorare e a vincere il Mondiale l’anno successivo“.
Grazie a quell’argento mondiale juniores di Olbia, l’anno scorso hai avuto la possibilità di esordire tra le senior nel Grand Slam di Antalya. Com’è stato il primo impatto con il circuito maggiore?
“Quando ho fatto il primo Grand Slam, non credevo che mi piacesse così tanto quell’ambiente lì. Quando ho provato quella sensazione dell’esordio in un Grand Slam ho detto ‘wow, è bellissimo. Sicuramente non sarà la mia ultima volta su un tatami del genere’. Di sicuro è stato importante per la mia crescita“.
Nel mese di luglio, al tuo secondo torneo nel World Tour, hai poi stupito tutti nel Grand Slam di Budapest battendo la britannica Chelsie Giles (oro europeo in carica) e arrivando in finale. Ci puoi raccontare quella giornata incredibile?
“Ricordo di aver vissuto il momento prima della gara molto tranquillamente. Dicevo a me stessa che era come se fossi in prova. Non mi ero creata nessun tipo di aspettativa e mi dicevo ‘vado lì, quello che succede succede. Se vinco vinco, se perdo perdo, alla fine ci guadagno lo stesso’. Proprio per questo, non creandomi troppe aspettative, ho spinto di più e ci ho creduto fino alla fine. Sono riuscita a non crearmi troppe paranoie pensando alle mie avversarie“.
Dopo quell’exploit non era semplice ripetersi e rispettare le tante aspettative, ma sei riuscita comunque a conquistare da favorita il titolo mondiale juniores in Ecuador. Dopo tanti argenti nei grandi appuntamenti, come hai vissuto quella vittoria in finale sulla francese Devictor?
“La vittoria in finale è stata importantissima, dopo tutti gli argenti. In quella finale ero molto lucida, mi ricordo proprio secondo per secondo. Ricordo forse ancora di più la semifinale (contro la svizzera Ndiaye, ndr), che è stata molto dura ed in cui ero andata sotto di un waza-ari. Quella semifinale mi aveva portato ad essere più concentrata e sul pezzo, perché andando sotto di waza-ari ti dici ‘non posso perderla, sennò la finale non la faccio’. La semifinale quindi è stata importante, la finale ancor di più. Ero salita su quel tatami pensando di voler vincere, non volevo un’altra medaglia d’argento. Quella volta dovevo vincere io, e ce l’ho fatta“.
Da quel giorno non hai gareggiato per più di sei mesi. Cosa è successo?
“Ci sono state delle programmazioni che poi sono saltate. Diciamo che ci sono stati una serie di problemi, ma adesso va molto meglio e questo è l’importante“.
Se dovessi continuare con la 57 kg, ripartiresti praticamente da zero nel ranking. Quali sono i tuoi obiettivi principali per questa stagione, anche considerando la concorrenza che c’è in Italia in questa categoria?
“Io sto affrontando questa categoria proprio per divertirmi, per viverla appieno senza pensare troppo al ranking e ad un possibile punteggio. Cerco di vivere gara per gara, incontro dopo incontro, e di divertirmi. Questa è la parola dell’anno (ride, ndr)“.
In quali aspetti del tuo judo pensi di avere ancora grandi margini di miglioramento per poter raggiungere stabilmente il livello delle più forti al mondo?
“Penso che sia tecnicamente che dal punto di vista dell’esperienza mi manchi ancora molto. Facendo più gare e confrontandomi sempre di più con altre atlete, penso di poter migliorare molto“.
Quale sarà la tua prossima gara?
“La Junior European Cup a Coimbra (25 marzo, ndr)“.
Foto: IJF