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Juventus, le motivazioni del ricorso per il -15

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La Juventus ha presentato due giorni fa il ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni contro la sentenza dei quindici punti di penalizzazione applicati lo scorso gennaio, ricordando che la discussione dell’udienza dal Gup ci sarà il 27 marzo. Tuttosport ha analizzato le motivazioni che hanno spinto il club bianconero a muoversi in questo modo.

Innanzitutto, nel ricorso si fa riferimento che lo scorso 27 maggio, sempre per quanto riguardava il caso plusvalenze, la Corte d’appello federale espresse l’assenza normativa in materia e la mancanza di ‘parametri normativamente sanciti’ per attribuire un valore ad un giocatore.

Il secondo fattore è il cambio di imputazione. Secondo la Juventus, la sentenza di condanna non è correlata con l’atto di deferimento, in pratica la società si era presentata in tribunale per difendersi da un’accusa ed invece si è ritrovata condannata per altri.

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Oltretutto, i legali dei bianconeri sostengono che il responsabile della Procura Federale Chiné avesse quasi tutto il materiale utilizzato per la revocazione prima di avere a disposizione le 14mila pagine dell’inchiesta di Torino, per poi voler smentire il concetto di ‘sistema fraudolento’. I legali scrivono che “L’addebito di aver realizzato un ‘sistema fraudolento in partenza è smentito già dalla preliminare considerazione per cui le plusvalenze hanno inciso solo in minima parte sul totale dei ricavi del club. Nel triennio dal 2018 al 2021 i ricavi della Società ammontano a 1,675 miliardi di euro, le plusvalenze contestate come fittizie nel deferimento sono pari a 60 milioni, rappresentando solamente il 3,6% del totale dei ricavi“.

Tutti appigli che, per la Juventus, possono portare ad un annullamento della pena e la cancellazione dei quindici punti di penalizzazione.

Foto: LaPresse

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