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Lotta, Frank Chamizo: “Ho commesso un errore, ma la sostanza trovata non ha avuto effetto sulle gare”
“Tengo a precisare che nella mia vita non ho avuto mai nulla a che fare col doping e che ho condiviso il provvedimento della Federazione internazionale di revocarmi la medaglia“, così Frank Chamizo commenta all’ANSA la notizia odierna della sua positività ad una sostanza stupefacente in un test antidoping effettuato lo scorso settembre in occasione dei Campionati Mondiali 2022 di lotta libera a Belgrado.
L’atleta italo-cubano ha patteggiato una squalifica di tre mesi (già scontata), accettando inoltre di perdere il bronzo iridato ottenuto sul campo in favore del turco Soner Demirtas: “Nel procedimento ho tenuto però a dimostrare che la sostanza trovata non aveva nulla a che fare e non aveva avuto nessun effetto sulle gare. So di aver commesso un errore, per questo ho concordato di perdere la medaglia ed ho dichiarato la disponibilità a sottopormi ad ogni controllo o programma di recupero per dimostrare la mia correttezza“.
Nel frattempo la Fijlkam (federazione italiana) ha pubblicato una lunga nota per chiarire la vicenda: “La Federazione ha avuto comunicazione del provvedimento con cui è stata revocata la medaglia conseguita da Frank Chamizo agli ultimi Mondiali di Lotta. Rispettiamo i regolamenti e le decisioni, ma al contempo riteniamo sia giusto dire che la gara di Chamizo non era stata in alcun modo influenzata dall’uso di sostanze.
Lotta: Frank Chamizo positivo ad un test antidoping, perde il bronzo mondiale 2022
“La UWW, a seguito di approfondita istruttoria dopo la segnalazione da parte dell’agenzia indipendente ITA (International Testing Agency), ha verificato che la positività era dovuta al consumo di una sostanza di abuso a scopo ricreativo, avvenuto lontano dalle gare (tanto che la quantità trovata era molto bassa) e ha comminato la pena minima di 3 mesi che si è esaurita lo scorso mese di gennaio. Tant’è che l’atleta ha già da tempo ripreso la preparazione in vista degli imminenti Campionati Europei Senior di Zagabria.
Pur non volendo giustificare l’uso di tale sostanza da parte dell’atleta e ritenendo che vada sempre e comunque preservata l’etica dello sport, risulta chiaro tuttavia che il caso di Chamizo ci pone in presenza di un errore umano. Ci è d’obbligo, inoltre, sottolineare che l’atleta Chamizo ha raggiunto grandi risultati senza mai aver ricorso ad aiuti esterni ed illeciti“, si legge nel comunicato federale.
Foto: LiveMedia/Luigi Mariani