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Ciclismo

Milano-Sanremo 2023, assolo di Mathieu Van der Poel. 2° un super Filippo Ganna

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Mathieu van der Poel

Non era il grande favorito, ma era uno dei papabili: la Milano-Sanremo si decide ancora sul Poggio e a fare il vuoto è uno strepitoso Mathieu van der Poel, che coglie la terza Classica Monumento della carriera dopo due Fiandre. Eccezionale il suo scatto sul finale con il quale ha distrutto i rivali, mentre l’Italia può consolarsi con un Filippo Ganna eccezionale in seconda piazza. 

Il primo colpo di scena c’è stato nel tratto di trasferimento, con la caduta di Tadej Pogacar, rientrato senza patemi. Poi il solito scenario per la prima parte di gara: gran battaglia per la fuga e, poi, dopo l’attacco giusto, gruppo a gestire. In avanscoperta Alessandro Tonelli e Samuele Zoccarato (Green Project – Bardiani), Mirco Maestri e Samuele Rivi (Eolo-Kometa), Alexandr Riabushenko (Astana), Jan Maas e Alexandre Balmer (Team Jayco – AlUla), Aloïs Charrin (Tudor Pro Cycling Team) e Negasi Haylu Abreha (Q36.5).

Plotone a 4′ di ritardo massimo, ovviamente sceso con il passare dei chilometri. Attaccanti raggiunti ai piedi della Cipressa, con un ritmo mostruoso da parte del gruppo. In salita a provare a stancare i velocisti puri ci ha pensato ovviamente la UAE Emirates, con Diego Ulissi a dettare l’andatura. Nella successiva discesa leggero allungo di Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck), mentre dopo ci ha provato il campione tedesco Nils Politt (Bora-hansgrohe).

Il tutto ovviamente si è andato a decidere sul Poggio: la UAE Emirates ha lanciato Tadej Pogacar che non è riuscito però a fare la differenza. Con lui però sono rimasti solamente Wout van Aert (Jumbo-Visma), Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) e Mathieu van der Poel. Proprio il neerlandese a sorpresa è riuscito a guadagnare qualche metro in vetta all’ultima ascesa, con i tre che non sono riusciti a reagire.

I cento metri di margine sono diventati 10” dopo la discesa e non c’è stato nulla da fare: van der Poel in trionfo, Ganna eccellente secondo poi van Aert e Pogacar.

Foto: Lapresse

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