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Nuoto
Nuoto, Thomas Ceccon: “Non farò i 200 misti, a Parigi il WR va migliorato. E gli scettici sul mio allenatore…”
“Sfidare i miei limiti sempre per capire fin dove posso arrivare“. Thomas Ceccon è animato da ambizione e non lo scopriamo certo ora. Colui che ha saputo estasiare nel 2022, vincendo medaglie mondiali ed europee nel nuoto a stretto giro, con il record del mondo storico dei 100 dorso, non può che avere queste caratteristiche peculiari.
Nel 2023 ci si prepara per i Mondiali di Fukuoka, in Giappone, dove l’azzurro vorrà difendere il titolo nelle due vasche (dorso) e, magari, ambire anche a qualcosa di più nei 100 stile libero, altra specialità nella quale Thomas si sente in grado di dire la sua, oltre che per ragioni squisitamente di staffetta. Ovviamente tutto deve essere finalizzato nell’ottica delle Olimpiadi di Parigi 2024 dove il veneto va a caccia dell’oro a Cinque Cerchi che gli manca.
Nell’ultima puntata di Swim2U, su Sport2U in collaborazione con OA Sport, condotta da Enrico Spada e da Aglaia Pezzato e con la partecipazione eccezionale di Massimiliano Ambesi, giornalista/analista di Eurosport dalla fine competenza, si sono approfonditi temi assai interessanti.
In primis, si è fatto il punto della situazione sul percorso che porterà Ceccon agli Assoluti di Riccione (13-17 aprile), qualificanti per la rassegna iridata: “Un po’ come mi era accaduto l’anno scorso, ho avuto qualche problema di salute a inizio febbraio e non ho potuto allenarmi per due settimane. Certo, nel 2022 era il Covid, in questo caso era diverso. Comunque ci ho messo un po’ per rimettermi in carreggiata e nel corso del collegiale a Tenerife (Spagna), insieme al gruppo dei velocisti, mi sono sentito sempre meglio. Per gli Assoluti, non credo sarò al massimo anche perché il principale obiettivo sarà quello di qualificarsi“.
Un argomento molto interessante poi è stato quello del “circolo virtuoso” del nuoto azzurro. Alla prova dei fatti, negli ultimi eventi internazionali, gli azzurri hanno fatto incetta di medaglie e da questo punto di vista le Olimpiadi di Tokyo sono state uno snodo importante: “I Giochi in Giappone hanno rappresentato una tappa fondamentale per la nostra squadra in quanto tanti atleti hanno dimostrato di conquistare delle medaglie o di potersela giocare per conquistarle. Questo aspetto è uno stimolo extra che ti spinge sempre a dare il 101%. Ovviamente, servono le qualità, ma l’approccio mentale sotto questo profilo fa la differenza“.
A Ceccon poi è stato chiesto del suo eventuale ruolo di leader in squadra e la sua risposta è stata significativa: “Non credo di essere all’altezza di questo compito perché c’è Gregorio Paltrinieri che, per storia ed esperienza, è sicuramente più adatto in questo ruolo. Vero è che a me piace dare un mano soprattutto alle new entry, ricordando le difficoltà che ho avuto io quando avevo 15/16 anni a inserirmi nel gruppo della Nazionale. Non era stato semplice, anche per come sono io, ma anche questo ha fatto parte del mio percorso di crescita. Di conseguenza, tengo a dare ai più giovani quel qualcosa che io avrei voluto avere nel momento in cui sono entrato nella squadra italiana maggiore“.
Atleta poliedrico Ceccon che non si limita solo a nuotare il dorso. In questo caso, il ragionamento è semplice: “Non mi fossilizzo troppo sul dorso e guardo anche ai 100 stile libero e un po’ ai 100 delfino. In Lussemburgo ho ben nuotato i 200 sl (1:46.52), ma credo che lì la strada sia un po’ sbarrata. In definitiva, alle Olimpiadi si va per vincere in primis l’oro, perché già l’argento ha un sapore diverso, nello stato in cui sono ora. Per questo, le mie scelte saranno orientate su quello che io posso dare, in relazione anche al campo partenti. Di sicuro, i 200 misti non fanno parte della mia programmazione perché sono una gara complicata da allenare e nello stesso tempo non è ideale nella competizione perché spesso sono attaccati ad altre gare individuali che mi interessano. Questa è una delle ragioni che mi ha portato a non allenarmi con la massima priorità“.
Il 51.60, nuovo record del mondo dei 100 dorso, è qualcosa che nella Duna Arena di Budapest (Ungheria) ha lasciato senza fiato. Tuttavia, il nuotatore azzurro si è spinto oltre: “Credo di avere la possibilità di migliorare quel crono, anche perché in vista delle Olimpiadi mi attendo cinque/sei nuotatori in grado di infrangere la barriera dei 52 secondi. Magari a Parigi servirà 51.4, comunque a me più che il tempo interessa essere campione olimpico. Se vinco l’oro con 52.50 mi va benissimo“.
Parlando poi del rapporto con il suo tecnico, Alberto Burlina, Thomas si è lasciato andare a una confessione: “Non nego che un po’ di rivalsa ce l’ho dentro perché tanti pensavano che io non mi allenassi al meglio con Alberto e lui non fosse il profilo ideale per prepararmi. L’anno scorso è stato perfetto in termini di risultati e tante chiacchiere sono state messe a tacere, ma io non ho l’interesse di andare da altri a ricordagli quello che dicevano o scrivevano. Io mi concentro sulle mie gare per dimostrare quanto valgo“.
A conclusione, la curiosità è stata quella di appurare a quale punto della carriera sia: “Sicuramente non sono appagato, amo nuotare, mi diverto e soprattutto la cosa che mi spinge più di tutte è quella di comprendere fin dove io posso migliorare e se magari nei 100 dorso posso arrivare a 49.9, per fare un esempio. Questo aspetto è la molla che mi dà stimoli per allenarmi con grande intensità e attenzione“.
VIDEO INTERVISTA A THOMAS CECCON
Foto: LaPresse