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Pattinaggio artistico, Mondiali 2023: un’Italia da nove in pagella ora pensa al World Team Trophy

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È un’Italia da nove in pagella quella che si appresta a tornare da Saitama, città del Giappone che ha ospitato questa settimana i Campionati Mondiali 2023 di pattinaggio artistico. La nostra spedizione infatti rientra nel bel Paese con due medaglie, una d’argento e una di bronzo, con la consapevolezza di essere una squadra iper competitiva in vista dell’ultimo appuntamento della stagione, il World Team Trophy 2023 che si svolgerà sempre nel Sol Levante, ma stavolta a Tokyo, nel mese di aprile.

Nelle coppie d’artistico Sara Conti-Niccolò Macii sono riusciti a conquistare uno storico terzo posto fattibile sulla carta ma estremamente difficile da ottenere nella pratica. Un risultato arrivato grazie a una continuità realizzativa quasi senza precedenti in Italia. Sara e Niccolò infatti nel corso dei due segmenti non hanno praticamente sbagliato nulla di rilevante, fatta eccezione per una leggerissima sbavatura del cavaliere nella sequenza di salti in parallelo e due spirali assegnate con un livello non eccezionale. Ma ciò che ha colpito maggiormente degli allievi di Barbara Luoni è certamente la loro crescita in termini di punti in stagione: i pattinatori infatti sono partita da quota 170 (Lombardia Trophy) fino ad arrivare ai 208.08 della rassegna iridata, numeri pazzeschi che certificano un lavoro eccezionale e che pone la coppia in una nuova dimensione, più consapevole dei propri mezzi e ancora con un margine importantissimo.

Oltre ogni più rosea aspettativa invece quanto fatto nella danza da Charlène Guignard-Marco Fabbri che, dopo due programmi a dir poco incredibili, hanno conquistato la medaglia d’argento superando i quotatissimi Piper Gilles-Paul Poirier, i quali sin sono dovuti arrendere alla superiorità tecnica dei nostri ragazzi, finalmente (e sottolineiamo finalmente) riconosciuta anche in una competizione così tanto importante e seconda probabilmente soltanto a quella degli ultimi tre Campioni Olimpici.

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I veterani guidati da Barbara Fusar Poli hanno riportato la danza italiana sul podio nove anni raggiungendo livello 4 nella maggior parte degli elementi, compresa la difficilssima circular step (cosa più unica che rara) e sfoggiando una condizione di forma smagliante. Significativo inoltre il salto di qualità avvenuto con la rhythm dance, segmento da alti e bassi in questa annata sportiva, stavolta realizzato con una precisione da manuale e con rara affinità. I 220 punti sfiorati nel totale dopo aver sbriciolato tutti i record personali la dicono lunghissima sulla caratura dei due, una delle poche coppie dove la retorica del “due corpi, un’anima” non risulta stucchevole. Non è da sottovalutare poi la diciottesima piazza di Victoria Manni-Carlo Roethlisberger, bravi a migliorare il loro primato personale tagliando senza patemi il taglio.

Bicchiere mezzo pieno nel singolo, dove è arrivata la nona posizione di Matteo Rizzo e la dodicesima di Daniel Grassl. Un po’ come anticipato in fase di presentazione, anche questi due risultati hanno un sapore diverso. Rizzo infatti ha confermato di essere in condizione: dopo uno short viziato da un errore pesante il gioiellino di Franca Bianconi ha recuperato nel libero, sciorinando sia il quadruplo toeloop in combinazione con il doppio toeoop che un quadruplo loop – adesso possiamo dirlo – entrato davvero a pieno regime nel suo bagaglio, tentando pure di andare all in con un secondo quadruplo toeloop non andato a buon fine. Tre salti da quattro giri di rotazione, alternati a due tripli axel e a una dimestichezza imporntatissima sulle components potrebbero rilevarsi in vista del 2023-2024 un’arma micidiale, specie in gare costellate da errori come spesso sono quelle maschili.

Non deve invece preoccupare la dodicesima casella di Daniel, un piazzamento in realtà assolutamente comprensibile per un atleta che ha affrontato una stagione post olimpica in modo a dir poco travagliato. Grassl infatti, motivatissimo a fare risultato a Milano-Cortina 2026, ha cambiato ben tre team tecnici, iniziando a lavorare in estate a Boston per poi rientrare nella sua Egna prima di trasferirsi in una realtà ancora più diversa, la Russia, alla corte di Eteri Tutberidze (con tanto di indegna shitstorm dei suoi confronti da parte degli hater sul web). Una instabilità che si è giocoforza riversata anche sul ghiaccio. Ma noi siamo tranquillissimi. Daniel è un talento puro e, con un minimo di tranquillità, potrà proseguire il suo cammino verso il sogno olimpico.

Positivo, anzi molto positivo anche il Mondiale di Lara Naki Gutmann, pattinatrice che aveva due obiettivi: passare il taglio e migliorare la ventesima posizione del 2022. Detto, fatto. La trentina di Gabriele Minchio, sottopagata nel suo punto di forza ovvero le components, è riuscita a convincere soprattutto nel libero, riducendo le sbavature al minimo e centrando la diciassettesima moneta. L’unico rammarico è stato non arrivare a quota 180 che, però, sarà certamente il prossimo goal in vista del World Team Trophy, competizione a squadre in cui l’Italia vista a Saitama potrebbe addirittura concedersi il lusso di salire sul podio approfittando l’assenza forzata della Russia, scrivendo l’ennesima pagina di storia. Ma ci sarà da lottare. Avanti così.

Foto: LaPresse

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