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Pinamonti e lo sfogo contro la convocazione di Retegui. Lamentele ingiustificate? L’oriundo ha segnato 2 gol…

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Andrea Pinamonti con la maglia della Nazionale Under 21

Di gol, quest’anno, ne ha fatti pochi. Appena 4 in 22 presenze. Ma dopo i 13 segnati nella passata stagione con la maglia dell’Empoli forse si sentiva in credito con l’azzurro. E così, nei giorni scorsi, Andrea Pinamonti ha detto la sua sulla mancata convocazione di Roberto Mancini, che per il doppio impegno delle qualificazioni ad Euro 2024 gli ha preferito Mateo Retegui. Un centravanti fino a quel momento sconosciuto ai più ma che ha risposto presente, realizzando due gol in due partite con l’Italia. Il numero 9 del Sassuolo, da un lato, si è detto deluso del fatto di non essere stato chiamato in azzurro, dimostrando grande attaccamento alla maglia. Ma dall’altro ha palesato il suo fastidio nel vedere Retegui al suo posto. E di altri attaccanti italiani.

“Pina”, la carriera, l’azzurro

Pinamonti la Nazionale l’ha sempre vissuta da protagonista. Sin dall’Under 15. Tante presenze (75), tanti gol (27). Le difficoltà arrivano quando sbarca tra i grandi. Anche per lui, classe 1999 cresciuto nell’Inter che sembrava destinato a fare grandi cose, l’approdo in Serie A si rivela complesso. Le sue reti, tutto sommato, le fa: 5 con il Frosinone alla sua prima stagione a soli 20 anni, 5 con il Genoa l’anno successivo. Poi, però, nell’anno della consacrazione con la maglia dell’Inter si inceppa: 8 partite, 1 gol. Una stecca inattesa. “Pina” ci pensa tutta l’estate: resto o vado via? Meglio la seconda opzione, che si traduce nel prestito all’Empoli. Scelta che paga. In un colpo solo arrivano infatti 13 reti e il passaggio al Sassuolo, che lo sceglie come successore di Scamacca. Tutto sembra finalmente filare per il verso giusto.

A maggio del 2022 arriva la prima convocazione con la Nazionale maggiore. Un sogno che si realizza. E a novembre arriva il debutto. Gioca pochi minuti nel finale di Albania-Italia, gara che gli azzurri vincono 3-1. Poco importa. Ci saranno altre occasioni, avrà pensato. Tornerò presto per segnare il mio primo gol con la maglia che più amo. Invece la stagione col Sassuolo, già partita in salita con un girone d’andata avaro di soddisfazioni e gol, si rivela una delusione. Così, dopo aver visto sfumare la possibilità di disputare un Mondiale per la mancata qualificazione dell’Italia, si vede chiudere in faccia anche le porte della Nazionale. Con Mancini che, in assenza dell’infortunato Immobile, sceglie al suo posto Mateo Retegui e Gianluca Scamacca.

Uno sfogo molto lucido

Pinamonti lo ha detto apertamente, senza bisogno che lo si leggesse tra le righe. “La Nazionale? Se uno non ha il sogno di vestire la maglia azzurra allora è meglio che cambi mestiere. La convocazione di Retegui e il fatto che si dica che non ci sono attaccanti italiani di livello mi ha dato fastidio. Penso che di punte forte ce ne siano in Italia, e non parlo di me. Ma tutto questo dev’essere uno stimolo a fare di più. Io sono molto autocritico, devo assolutamente fare meglio sotto porta. Il mio obiettivo è concludere al meglio questa stagione, dopo un girone d’andata difficile. In ogni caso non sono la persona giusta per giudicare le scelte che vengono fatte”.

Un’analisi lucida, che dimostra quanto il ragazzo di Cles tenga alla maglia azzurra e sia consapevole che il ritorno in Nazionale dipenda soltanto da lui. Essere arrabbiati e stizziti per una mancata convocazione è normale, perché senza spirito di competizione un atleta non può pensare di migliorare. Così come un calciatore non può ambire a essere protagonista in una delle Nazionali più forti al mondo. Pinamonti ha solo 24 anni e non si ritiene di certo un giocatore arrivato. In quel caso sì che le porte dell’Italia non si aprirebbero mai più. E lui questo lo sa bene.

Foto: Lapresse

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