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Rugby, Sei Nazioni 2023: Italia, un torneo senza vittorie. Tante note positive, ma troppe occasioni perse

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Si è chiuso con una sconfitta il Sei Nazioni 2023 dell’Italia, che così finisce con zero vittorie un torneo non certo facile. Le aspettative alla vigilia erano probabilmente altre, si era parlato di almeno due vittorie da parte del presidente federale Innocenti, ma non si può dare un giudizio al torneo azzurro solo guardando a quello zero nella casella delle vittorie.

Perché la squadra di Crowley ha oggettivamente fallito solo due appuntamenti. Quello di Twickenham, dove ha giocato male e sprecato troppo contro un’Inghilterra non imbattibile, e quello casalingo contro un Galles in crisi, con gli azzurri che hanno veramente regalato il match giocando una brutta partita, anche se sicuramente non aiutati da un arbitraggio che, come ha detto Marco Riccioni a Rugby2u, è stato imbarazzante.

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Italia, dunque, che ha fallito gli appuntamenti che doveva e poteva vincere. Lamaro e compagni hanno mostrato dunque che manca ancora quella maturità per portare a casa il risultato e che quando i pronostici sono dalla loro parte si sciolgono troppo facilmente. E lo sprecare le occasioni è stato il leitmotiv di questo torneo. Perché anche nelle partite giocate meglio, contro Francia e Scozia, è mancato il killer instinct per vincere.

Sì, perché come detto, di note positive ce ne sono state. Giocarsela fino allo scadere contro un’armata come quella francese o contro una Scozia che ha disputato un torneo fantastico dimostra che questa Italia ormai se la può giocare con tutti. Certo, Ange Capuozzo è un giocatore difficile da sostituire e la dietro la coperta è corta, ma anche a livello individuale ci sono state molte note positive. Garbisi è tornato in una buona forma, Allan dà sicurezza, mentre Brex è un punto fermo nella trequarti azzurra. Menoncello è in crescita, l’esordio di Gesi è stato ottimo, mentre rimandati sono Bruno e Varney, che hanno alternato buone cose ad altre negative. Bene anche l’inserimento di Fusco, mentre in mischia giocatori come Lorenzo Cannone e Manuel Zuliani ormai sono certezze, che vanno ad aggiungersi a giocatori esperti come Lamaro, Negri, l’altro Cannone e Ruzza. In prima linea alti e bassi e qui si dovrà lavorare, ma Nicotera ormai è diventato “adulto”, con giocatori come Riccioni, Ferrari e Fischetti che si fanno sempre trovare presente.

Insomma, chiudere un Sei Nazioni senza vincere e meritare la sufficienza appare assurdo, ma questa Italia lo ha fatto. Bocciata contro il Galles, rimandata con l’Inghilterra, è però promossa contro Francia, Irlanda e Scozia – per assurde le migliori formazioni del torneo – e alla fine nel percorso intrapreso da Kieran Crowley questo torneo è sicuramente un passo avanti in vista dei Mondiali. Cosa serve ora? Concretezza, killer instinct, ma anche una Federazione che abbia il coraggio di alzare la voce per cinque arbitraggi a dir poco insufficienti.

Foto: LaPresse

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