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Salto con gli sci

Salto con gli sci, Coppa del Mondo Oslo 2023. Le saltatrici di scena a Holmenkollen, la “madre di tutte le gare su Large Hill”

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Maren Lundby

Completati i Mondiali di Planica, la Coppa del Mondo femminile di salto con gli sci si appresta a vivere il proprio rush finale, rappresentato in gran parte dalla III edizione di Raw Air riservata al gentil sesso. L’appuntamento comincerà nel weekend da Oslo.

Nell’ottica della rincorsa alla Sfera di cristallo, la situazione sorride a Eva Pinkelnig. La veterana austriaca vanta 280 punti di vantaggio su Katharina Althaus quando restano cinque gare da disputare. Pertanto può permettersi di cedere 55 lunghezze a ogni turno, restando comunque davanti alla tedesca. Insomma, a meno di cataclismi l’oramai trentacinquenne del Voralberg potrà festeggiare un successo che, per tante ragioni, andrebbe considerato clamoroso.

Va invece considerato un appuntamento di culto il contesto di Oslo, soprattutto per il massimo circuito rosa. La capitale norvegese è stata inserita nel calendario di ogni stagione andata in scena sinora, pur dovendo rinunciare due volte a causa di forza maggiore (maltempo nel 2020 e strascichi della pandemia nel 2021). Cionondimeno, si sta “recuperando il terreno perso” organizzando dei double header, ovverosia fine settimana con due gare individuali.

Classifica Coppa del Mondo salto con gli sci femminile 2022-2023: Pinkelnig allunga a +280 su Althaus

Va soprattutto rimarcato come l’Holmenkollenbakken sia l’impianto dove, ormai dieci anni orsono, si è disputata la prima gara di sempre su trampolino grande valevole per la Sfera di cristallo. Da allora il Large Hill della capitale norvegese ha ospitato 9 prove inserite nella Coppa del Mondo. La giapponese Sara Takanashi non solo ha saputo imporsi 4 volte (2014, 2015, 2016, 2022), ma è anche l’unica donna riuscita a ripetersi!

Gli altri successi sono infatti stati appannaggio della statunitense Sarah Hendrickson (2013), dell’altra nipponica Yuki Ito (2017), delle norvegesi Maren Lundby (2018) e Silje Opseth (2022), nonché dell’austriaca Daniela Iraschko-Stolz (2019).

Focalizzandoci sui podi si contano undici atlete tuttora in azione (al lordo di embarghi) ad aver raccolto almeno un piazzamento nella top-three. Anche questa graduatoria è capitanata, senza sorpresa, da Takanashi. A ben guardare, l’asiatica ha mancato le prime tre posizioni solamente due volte!
7 – TAKANASHI Sara [JPN] (4-2-1)
4 – ITO Yuki [JPN] (1-0-3)
3 – LUNDBY Maren [NOR] (1-1-1)
2 – IRASCHKO-STOLZ Daniela [AUT] (1-1-0)
1 – OPSETH Silje [NOR] (1-0-0)
1 – SEYFARTH Juliane [GER] (0-1-0)
1 – KRIZNAR Nika [SLO] (0-1-0)
1 – BOGATAJ Ursa [SLO] (0-1-0)
1 – SEIFRIEDSBERGER Jacqueline [AUT] (0-0-1)
1 – AVVAKUMOVA Irina [RUS] (0-0-1)
1 – ALTHAUS Katharina [GER] (0-0-1)

Volgendo lo sguardo ai vari movimenti nazionali, è lapalissiano comee il Giappone sia indiscutibilmente la potenza egemone, al punto tale da aver seminato qualunque altro movimento!
11 (5-2-4) – GIAPPONE
4 (2-1-1) – NORVEGIA
3 (1-1-1) – AUSTRIA
3 (0-3-0) – SLOVENIA
2 (1-1-0) – USA
2 (0-1-1) – GERMANIA
1 (0-0-1) – CANADA
1 (0-0-1) – RUSSIA

In casa Italia il miglior risultato di sempre è il posto ottenuto da Elena Runggaldier del marzo 2013.

Foto: La Presse

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