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Sci di fondo, l’Italia “ricomincia da tre”, con l’auspicio di una ripresa ben strutturata negli inverni futuri

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Parafrasando Massimo Troisi in “Ricomincio da tre”, sua pellicola d’esordio sul grande schermo,“tre cose me so’ riuscite dint’ ‘a vita, pecché aggia perdere pure chelle? Che aggia ricomincia’ da zero?! Da tre!”. Il concetto è applicabile all’Italia dello sci di fondo del 2022-23. Si ricomincia da tre, in tanti sensi, anche se il numero assume differenti declinazioni a seconda dei punti di vista.

Innanzitutto il “3” è la posizione occupata da Federico Pellegrino nella classifica generale di Coppa del Mondo. Il trentaduenne valdostano ha saputo inserirsi nel solco aperto da Silvio Fauner (1994-95) e poi prolungato sia da Fulvio Valbusa (1996-97) che da Pietro Piller Cottrer (2007-08), tutti attestatisi sul gradino più basso del podio della graduatoria assoluta del massimo circuito. Quest’anno, il fondista azzurro più vincente dell’ultimo decennio ha raccolto il testimone delle generazioni passate. La chiave è stata di diventare competitivo nelle prove distance. Lo prova il fatto di averlo visto raccogliere i primi podi della carriera anche negli inseguimenti.

Certo, sarebbe intellettualmente disonesto non ricordare come l’assenza della Russia e la rivoluzione dei format siano fattori che, combinandosi, hanno entrambi detto bene a Pellegrino. Lui però ha avuto il merito di capire di avere di fronte un’occasione da sfruttare per tagliare un traguardo apparentemente irraggiungibile. Non c’è stato modo di contrastare Johannes Høsflot Klæbo, ma lui appartiene a un’altra categoria. Quella dei fenomeni. Se guardiamo ai normodotati, Federico si è battuto alla pari con tutti i maestosi norvegesi, inchinandosi solo al coetaneo Pål Golberg, a sua volta autore di un inverno da applausi. Il veterano dell’Hallingdal si è fregiato senza se e senza ma del ruolo di primo dei terrestri. Insomma, dietro alla mitologica figura di Trondheim, la classe 1990 ha dettato legge.

Classifica Coppa del Mondo sci di fondo uomini 2022-2023: vince Johannes Hoesflot Klaebo, terzo Federico Pellegrino

Per la prima volta da quando gareggia in Coppa del Mondo, la posizione in classifica generale del valdostano è migliore di quella nella Coppa di specialità della sprint (4°). “Ma cosa mi dici mai!” esclamerebbe Topo Gigio. Chi l’avrebbe mai previsto solo pochi anni orsono? Eppure, la dinamica è diventata realtà nel 2022-23. Chapeau per Chicco, che nel pieno della maturità agonistica ha saputo, per l’ennesima volta, raccogliere il massimo a disposizione.

Il “Ricomincio da tre”, è però applicabile in un altro senso all’intero movimento azzurro, che non guarda più solo a Pellegrino. Si riparte da Simone Mocellini e Francesca Franchi, capaci di illuminare il tetro firmamento del fondo italiano con un paio di lampi a testa, tanto abbaglianti quanto inattesi. Se siano stati degli episodi estemporanei, oppure i segnali dell’inizio di un poderoso moto atmosferico, non è dato a sapersi. La risposta a tale quesito verrà fornita solo dal corso degli eventi. Di certo c’è che la carta d’identità è dalla loro. Questo comporta, quantomeno, la possibilità di avere fiducia.

Per il resto è sempre un Im Westen nichts Neues. Pregi e difetti del resto del gruppo sono noti e non si sono visti grossi scostamenti rispetto al recente passato, soprattutto considerata l’assenza di una buona fetta di concorrenza. Vedremo se qualche segnale lanciato qua e là dagli under-25 sarà propedeutico a una crescita più strutturata. Nel qual caso, il “tre” di cui sopra potrebbe anche diventare un numero più elevato, ma per averne conferma si dovrà attendere il 2023-24.

Foto: La Presse

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