Sci di fondo
Sci di fondo: Oslo Holmenkollen, le due 50 km e quella troppa vicinanza con le gare dei Mondiali
Dovrebbe essere il weekend più atteso, ambito, sperato, voluto, si trovi un qualunque termine. Si va invece a configurare come il fine settimana delle scelte dolorose per qualcuno (Italia in testa, ma non solo). Del resto, nella prima volta della doppia 50 km, maschile e femminile, a Oslo Holmenkollen si nasconde l’ennesimo difetto della programmazione del calendario, cioè tutto quello che Federico Pellegrino, da anni, semplicemente detesta con tutto il proprio animo.
Partiamo proprio dagli azzurri, che schiereranno soltanto Lorenzo Romano e Francesca Franchi. Se per il primo si tratta di un’occasione praticamente più unica che rara di avere tutti i riflettori tricolori addosso, per la seconda c’è anche una ben più che dichiarata voglia di affrontare questa che è semplicemente la prova simbolo, iconica, del calendario dello sci di fondo. Ma anche Romano aveva desiderato l’occasione, e l’ha meritata con i risultati di OPA Cup.
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Diverse le assenze pesanti. Tra le donne non c’è Krista Parmakoski: la finlandese, per la prima volta in tre anni, è stata colpita dal Covid-19 e per questo dovrà stare ferma finché necessario (ma, a questo punto, pare compromessa la stagione, o quel che ne rimane). Anche la Svezia deve rinunciare a William Poromaa, con Emma Ribom anche lei ammalata e costretta al forfait. Out anche Anne Kjersti Kalvaa, raffreddata: per la Norvegia “quasi” poco male, visto che tra uomini e donne si cerca di fare il bottino pieno con 24 partecipanti complessivi e tutti i big di scena. In campo femminile, però, la superfavorita è ancora svedese, Ebba Andersson.
Il calendario prevede che la 50 km maschile venga disputata di sabato e quella femminile di domenica. Subito dopo ci sarà tutto il valzer delle prove che vanno da Drammen a Falun, per chiudere a Tallinn e Lahti. In breve, è un calendario che del balordo ce l’ha. Per il bene di un appuntamento che non è una cosa come un’altra, sarebbe utile in futuro meglio ragionare sull’organizzazione.
Foto: LaPresse