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Sport invernali, l’ex fondista e biathleta russa Anfisa Reztsova colpita da infarto. È in ospedale da una settimana

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Anfisa Reztsova, indimenticata fondista e biathleta di fine anni ’80 – inizio anni ’90, ha svelato al pubblico di essere stata vittima di un infarto la scorsa settimana. L’oggi cinquantottenne originaria dell’Oblast di Vladimir, situata appena a Oriente rispetto alla capitale Mosca, ha comunicato l’accaduto solo una volta che le sue condizioni si sono stabilizzate.

“Sono in ospedale da diversi giorni. Ormai è più di una settimana che i medici si prendono cura di me, portandomi avanti e indietro su una sedia a rotelle. Fortunatamente sto recuperando le forze. È successo mentre ero in casa. Sono stata male, ho perso i sensi improvvisamente. Una volta chiamata l’ambulanza, i paramedici hanno appurato che si trattava di un attacco di cuore e mi hanno ricoverata. Però non era ancora il mio momento. Ho ancora tutta la vita di fronte a me!” ha detto pubblicamente.

Reztsova rappresenta un oggetto di culto nella storia delle discipline invernali. Nello sci di fondo è stata una “piazzatissima” (10 podi individuali, di cui 9 secondi posti, senza neppure una vittoria). Quantomeno è stata capace di mettersi al collo 1 oro olimpico e 3 iridati con le staffette. Viceversa nel biathlon, disciplina praticata come parentesi agonistica, è stata una serial winner. Lo testimoniano le 11 affermazioni in un’epoca in cui c’erano molte meno gare rispetto a oggi. Peraltro, si è fregiata dell’oro olimpico nella sprint di Albertville 1992 ed è stata in grado di conquistare due Sfere di cristallo consecutive, traguardo successivamente tagliato anche solo da Magdalena Forsberg e Dorothea Wierer.

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L’iconica cinquantottenne, peraltro capostipite di un’intera generazione di biathlete (nel XXI secolo le figlie Daria e Kristina sono entrambe salite sul podio nel massimo circuito), è divenuta nel corso del tempo una voce fuori dal coro nel panorama russo. Non mai è stata omertosa rispetto alle politiche dopanti praticate soprattutto nella squadra di sci di fondo a fine anni ’90 e ha raccontato di come, nell’estate del 1987, fu obbligata ad abortire dal comitato olimpico sovietico affinché non disertasse i Giochi olimpici di Calgary 1988. Soprattutto per questa onestà intellettuale, è doveroso fare il tifo per lei affinché possa recuperare la salute.

Foto: La Presse

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