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Tennis, Bucciantini: “Alcaraz è davanti a Sinner per un motivo. Jannik non perde un centimetro”

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Marco Bucciantini è intervenuto a TennisMania, appuntamento settimanale condotto da Dario Puppo su Sport2U, web tv di OA Sport: a tenere banco nella discussione il recente Masters 1000 di Indian Wells con l’ennesimo capitolo del dualismo tra Jannik Sinner e lo spagnolo Carlos Alcaraz.

Si parte con Carlos Alcaraz, tornato numero 1 del mondo: “Ha vinto Miami l’anno scorso, adesso vince Indian Wells, soprattutto si conferma sulla superficie del cemento davvero un punto di riferimento, anche se mancava Djokovic. Ha un tennis molto propositivo da subito. Questo dice che è il numero 1 ormai di questi giovanotti che sono a disposizione per tutto l’anno, e quello che resta di Djokovic e ancor meno di Nadal lo vedi in pochi tornei scelti, mirati nelle loro intenzioni ad accrescere il numero di Slam, non hanno altri interessi“.

Avvicendamento sul trono mondiale tra Djokovic ed Alcaraz: “Il numero 1 è finito da un classe 1987 ad un 2003, ha fatto un bel salto, anche se poi l’ha avuto anche un po’ Medvedev, ma sostanzialmente ha saltato tantissimi anni, ha saltato 16 anni. Ci sono un paio di generazioni, nemmeno una: la prima non l’abbiamo nemmeno conosciuta, solo Thiem abbiamo conosciuto“.

Alcaraz ha battuto anche Medvedev: “Sul cemento Medvedev è la maggiore sfida che quel gruppo di giocatori nati tra il 1995 ed il 2000 ha proposto ai favolosi 3, e se lo tratta così sul cemento innanzitutto significa che manda un messaggio potente e per certi versi deprimente a tutta quella generazione di tennisti, poi nei fatti è stato veloce, è arrivato prima dei vent’anni“.

Continua il dualismo tra Sinner ed Alcaraz: “Secondo me la partita di New York è stata straordinaria, ha convocato il mondo, ed il mondo è orfano di quella partita per questa rivalità“.

Alcaraz sorprende anche il suo allenatore: “Le facce di Ferrero ci aiutano a capire che probabilmente anche Alcaraz stesso ha bisogno della partita per mettersi alla prova e per scoprire qualcosa. Secondo me quelle facce non erano un grande messaggio per gli avversari“.

Alcaraz è stato più precoce di Sinner per motivi ben precisi: “Lui è arrivato a 17-18 anni già pronto, non solo perché aveva già tutto l’armamentario, ma perché ha iniziato prima un percorso ed a Sinner manca l’inizio di quel percorso e quindi sta un po’ rincorrendo i tempi. Poi ci sta benissimo che un ragazzo a vent’anni abbia ancora qualche settimana di sviluppo reale. Rispetto a prima Sinner però un po’ di muscolo in più ce l’ha, si vede, un po’ più di servizio ce l’ha“.

Sinner però ha sempre messo in difficoltà Alcaraz, vincendo due dei cinque scontri diretti: “Non perde un centimetro di campo, non è facile palleggiare con Sinner dalla parte del rovescio, perché non perde un centimetro e di conseguenza un decimo di secondo. C’è tutto un tennis ‘silenzioso’ di Sinner che è difficile da apprezzare in campo: bisogna avere tanta tecnica se si vuole stare vicini al rimbalzo“.

L’INTERVISTA VIDEO A MARCO BUCCIANTINI

Foto: LaPresse

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