Senza categoria
Tennis, Darren Cahill crede in Jannik Sinner: “Può diventare il n.1, ma servono un paio d’anni”
Mentre Jannik Sinner è impegnato nel Masters 1000 di Miami (Stati Uniti), torneo nel quale ha già raggiunto gli ottavi di finale dopo il 6-3 6-4 rifilato questa notte a Grigor Dimitrov, il suo “super-coach” Darren Cahill spende parole di una qual certa importanza riguardo il suo assistito. Una vera e propria “investitura”, si potrebbe dire, da parte del tecnico australiano che collabora ormai da quasi un anno (esattamente da giugno 2022) con il nostro portacolori.
Parlando delle prospettive del nativo di San Candido, infatti, Darren Cahill non ha utilizzato particolari giri di parole per spiegare il suo punto di vista sul tennista classe 2001 (che si prepara per il match contro Andrej Rublëv nel prossimo turno del torneo della Florida: “Jannik ha tutto per diventare il numero uno del mondo. Prima del mio arrivo era già un grande giocatore, fra i migliori dieci del ranking: ha armi incredibili ed era ben allenato”. (Fonte: La Repubblica).
Il coach nativo di Adelaide prosegue nel suo racconto, ponendo l’accento su un aspetto di capitale attenzione pensando al percorso di crescita dell’altoatesino: “Ora bisogna guardare le sue partite contro i migliori tennisti in circolazione e capire cosa lo trattiene dal batterli. Poi lavorarci su. C’è sicuramente bisogno di tempo, di un paio d’anni e di molte situazioni di partita”.
ATP Miami 2023, Carlos Alcaraz: “Meno tempo passo in campo meglio è, ora attenzione a Tommy Paul”
Nello specifico, poi, secondo il semifinalista degli US Open 1988, gli aspetti sui quali lavorare con ottimi profitti non mancano: “Può migliorare il servizio, il gioco di transizione, essere dominante da fondo campo. Ma la cosa più importante, quando alleni i grandi giocatori, è continuare a migliorare i loro punti di forza. Jannik si muove incredibilmente bene, quindi spendiamo tanto tempo su questo aspetto. È grandioso vedere come sia così disposto a provare cose nuove ed a cercare di migliorare, purché non ci si allontani troppo dal tipo di giocatore che è. Ci vuole anche un po’ di fortuna. Essere nel posto giusto al momento giusto. I risultati arrivano perché i campioni non lo sono solo nella mente, ma anche nel cuore”.
Foto: LaPresse