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Tennis, Goran Ivanisevic (allenatore Djokovic): “Non abbiamo rinunciato a Miami, agli Australian Open Nole stava davvero male”

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In un’intervista rilasciata a Tennis Major, Goran Ivanisevic ha fatto un resoconto sull’inizio di stagione del suo allievo Novak Djokovic. Il croato ha trattato diversi argomenti, tra cui la sconfitta di Nole contro il russo Daniil Medvedev nella semifinale dell’ATP 500 di Dubai e la possibilità del numero 1 al mondo di partecipare al Masters 1000 di Miami dopo l’esclusione da Indian Wells.

Ivanisevic ha iniziato parlando del percorso di Djokovic a Dubai: “Nel primo match Novak ha giocato così così, sono stato impressionato dal livello espresso da Machac, non so come sia possibile che sia n.130 del mondo e spero possa salire in fretta. Nei due incontri successivi, Novak ha giocato in modo notevole. Contro Medvedev, era presente mentalmente ma forse era turbato dal divieto di entrare negli Stati Uniti. Ha sprecato molti punti in quel match e, contro Medvedev, bisogna essere paziente e Novak non lo è stato”.

Indian Wells ormai è andato, ma c’è ancora speranza per il Masters 1000 di Miami: “Non abbiamo rinunciato. Vuole giocare e mi piacerebbe che glielo permettessero. Sarebbe fantastico per lui e per il tennis. Se non sarà così, non sarà la fine del mondo. Altrimenti, per quanto riguarda la preparazione per la stagione su terra, non sono sicuro che giocare a Miami sia la migliore soluzione. Dipende da Novak, se è preparato mentalmente e se si sente combattivo, come lo è stato in Australia, allora tutto è possibile”.

Ivanisevic ha poi risposto alle persone che hanno messo in dubbio la veridicità dell’infortunio di Djokovic agli Australian Open 2023:Non so come definire queste persone… Tutto è stato documentato: la risononza magnetica, i pareri dei medici e dei radiologi, ecc. Non vuole farlo adesso, ma Novak ha detto che vorrà rendere pubblico tutto ciò a tempo debito. Voi eravate presenti ai suoi allenamenti, avete visto tutto. Alcuni si svolgevano come al solito, altri erano diversi… Non so come dire, si limitava solo a colpire la palla senza muoversi. Quando le condizioni della gamba erano migliorate, per la finale, ha giocato forse il match più difensivo dei sette incontri, da quando poteva muoversi meglio. Non possiamo impedire alle persone di dire questa o quella cosa, che ognuno pensi ciò che vuole. La gente parlerà sempre di questo o di quello, la cosa importante è che Novak abbia sollevato il trofeo”.

Foto: LaPresse

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