Seguici su

Tennis

Tennis, Jacopo Berrettini: “Irrispettose le critiche a mio fratello. Non penso alla classifica, mi piace il doppio”

Pubblicato

il

Il 2023 è stato finora un anno a due facce per la famiglia Berrettini. Se da una parte c’è un Matteo deluso ed arrabbiato per i risultati che non arrivano, dall’altra c’è la crescita di Jacopo, che ha festeggiato anche la sua prima vittoria nel circuito ATP ad Acapulco. Il risultato in Messico ha permesso al tennista romano di rientrare tra i primi 500 della classifica mondiale, ma l’obiettivo è quello di migliorare ulteriormente, seguendo l’esempio proprio del fratello, punto di riferimento assoluto per Jacopo. Il più giovane dei due Berrettini si è raccontato in esclusiva ad OA Sport, analizzando questi primi mesi, il rapporto con Matteo e cosa gli preserva il futuro.

Cosa ha significato per te la prima vittoria nel circuito maggiore ad Acapulco?
“Sicuramente tanto. Venivo da un periodo abbastanza complicato, sia in campo sia fuori. Prima di partire venivo da giorni non tanto buoni, però è stata una sorpresa enorme. La prima partita non era iniziata nel modo che speravo, visto che stavo 6-0 1-0 e 15/40 sotto. Ci sono state tante cose che non mi aspettavo. Vincerla per ritiro dell’avversario non è mai bello, però è stata una grande soddisfazione ed è una cosa che mi rimarrà per sempre,  qualsiasi cosa farò nei miei prossimi anni”.

Di te si parlava come di un ottimo prospetto da giovanissimo: dove pensi di poter arrivare?
“Il fatto che si parlava bene di me non lo so. Sicuramente si parlava abbastanza bene. Dove penso di poter arrivare?
Sinceramente non lo so, nel senso che non ho una grossa idea. Ora come ora l’obiettivo è quello di cercare di giocare il più possibile, cercare di giocare un anno intero, perché negli ultimi anni non sono mai riuscito a farlo. Voglio avere continuità e questo permetterà di alzare il mio livello e anche la mia classifica. Però l’obiettivo principale è giocare”.

La Top-100 può essere un obiettivo alla portata?
Non lo so. Ora come ora il livello è molto alto e si sta alzando sempre di più, anche nei tornei ITF e nei Challenger. Sicuramente il torneo di Acapulco e anche quello dopo di Puerto Vallarta mi hanno dato tanta energia e tanta consapevolezza di quanto posso fare. Però sappiamo che il tennis non è fatto da un torneo secco. Più che un obiettivo è forse più un sogno. Forse ci ho pensato un po’ troppo alla classifica prima e adesso mi devo concentrare su me stesso e stare bene con me stesso e la classifica verrà di conseguenza”.

Il doppio ti piace, potresti specializzarti in questa specialità?
“Si mi piace molto. Ho pensato di intraprendere la strada del doppio. Forse ora è un po’ troppo presto e sento che comunque posso ancora dedicarmi al singolare, che può ancora darmi soddisfazioni. Però è una specialità che mi piace, che mi diverte molto e che cerco sempre di incastrare, quando posso, con gli impegni in singolare”.

Non deve essere facile essere il ‘’fratello di…’’. Come la vivi?
“Come ho sempre detto ci sono cose molto più difficili da gestire. Ogni tanto forse si abusa un po’ di questo termine, però sono anche conscio che le persone non lo fanno con cattiveria. Anche a me è capitato di avere lo stesso pensiero con altre persone e creso sia abbastanza naturale. La cosa importante sono le persone che mi sono vicine. Io e Matteo abbiamo due carriere e due vite diverse, ovviamente unite ma sono due carriere comunque diverse, quindi questa è la cosa più importante per me”.

Spesso ai tornei sei in compagnia di Matteo. Quanto è importante tua presenza per dargli serenità?
Credo di si. Per me lui è molto importante e, credo, che anche per lui valga la stessa cosa. Se poi passiamo del tempo insieme ai tornei significa che l’ho raggiunto in tabellone e quindi vuol dire che giochiamo dei tornei insieme di alto livello. Questo è sempre stato il nostro sogno, quindi anche lui secondo me è contento e ha delle energie positive da questa cosa. Il beneficio maggior dello stargli accanto però lo ho io”. 

Nonostante i risultati ottenuti siano sotto gli occhi di tutti, tanti stanno mettendo in discussione tuo fratello per la sua vita fuori dal campo. Che idea ti sei fatto?
“Credo che abbia risposto lui con un’intervista molto recente e non c’è tanto da dire o da aggiungere a quello che ha detto. Mi sembra molto brutto ed irrispettoso mettere in dubbio una cosa che è molto bella, perché sappiamo quanto possa essere bello un rapporto umano o un rapporto nel genere. Sicuramente il suo lavoro lo porta ad esporsi un po’ di più. Non mi sento di dire altro rispetto a quello che ha detto lui. Tutto quello che sta vivendo non sta influendo sul suo tennis, ma piuttosto altre cose, una su tutte sono gli infortuni. Si menzionano troppo poco queste cose. Sono felice per lui che ha questo rapporto, il resto conta poco”.

Quali sono i tuoi programmi per i prossimi tornei?
Adesso ho una settimana di allenamento sulla terra ed è importante per cominciare ad adattarmi al cambio di superficie. Sono in attesa di vedere se riuscirò a giocare il Challenger a Sanremo, altrimenti farò un’altra settimana di allenamento.  Successivamente giocherò sempre sulla terra: o il 25.000 in Sardegna a Santa Margherita o i Challenger, dipende un po’ sempre dalle liste. L’obiettivo è sempre di giocare o i 25.000 o comunque le qualificazioni dei Challenger”.

FOTO:  LPS/Roberta Corradin

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità