Baseball
World Baseball Classic 2023. Le avversarie dell’Italia nel Pool A. Cuba e Olanda si propongono come squadre da battere
Dall’8 al 21 marzo fra Miami, Phoenix, Tokyo e Taichung (isola di Taiwan) andrà in scena la quinta edizione del World Baseball Classic, manifestazione a inviti patrocinata dalla MLB (la lega professionistica statunitense) che ha in un certo senso assunto il ruolo di “Mondiale” del baseball, essendo un evento dedicato alle “nazionali”. Le virgolette sono volute, perché le squadre presenti sono infarcite di giocatori americani che hanno, più o meno alla lontana, origini legate al Paese rappresentato.
Una kermesse, insomma, a uso e consumo della MLB stessa come spot pubblicitario al di fuori dei confini degli Stati Uniti, il cui scopo è principalmente quello di attirare spettatori da bacini di pescaggio poco frequentati. L’appuntamento va, dunque, inteso come tale. Cionondimeno, si tratta di un evento riuscito, poiché catalizza sempre più attenzione. Non a caso, in questo 2023 vi parteciperanno per la prima volta 20 squadre, anziché le 16 del passato.
L’Italia è stata inserita nel Gruppo A, quello di stanza a Taichung, assieme a Cina Taipei, Cuba, Olanda e Panama. Si tratta del girone più equilibrato, essendo l’unico privo di una delle tre favorite per il successo finale (Repubblica Dominicana, Giappone e Stati Uniti). Sulla carta, nel contesto della Pool, gli azzurri partono come terza forza in campo, alle spalle dei caraibici e degli eterni rivali del Vecchio continente, più o meno allo stesso livello dei latinoamericani e davanti ai padroni di casa.
World Baseball Classic 2023: Italia su Sky Sport per l’evento dell’anno
Cuba non è più la potenza di un tempo, ma resta una rappresentativa molto temibile. Anzi, nel contesto del Gruppo A è verosimilmente la più forte, essendo una squadra solida e ricca di alternative. Le stelle del roster saranno Yoàn Moncada e Luis Robert, punti fermi dei Chicago White Sox in MLB. Attenzione, però, anche ai diversi uomini che giocano nel qualificato campionato giapponese, dal quale si pesca soprattutto per il monte di lancio. Occhio a Livàn Moinelo, Raidel Martinez e Yariel Rodriguez. La squadra sarà inoltre rafforzata da qualche vecchia gloria delle Majors statunitensi come Yoenis Céspedes, attempato finché si vuole, ma ancora in piena attività nel buen retiro rappresentato dal campionato dominicano.
L’Olanda, come d’abitudine, farà leva sulla propria componente antillana. Nel roster ci saranno due superstar assolute della MLB quali Xander Bogaerts e Kenley Jansen. Anche Jonathan Schoop si potrebbe iscrivere alla medesima categoria, nonostante sia reduce da un’annata meno produttiva delle abitudini. Nel contesto del WBC possono fare la differenza anche tre emergenti quali Chadwik Tromp e i fratelli Richie e Josh Palacios, a loro volta nel giro del baseball professionistico statunitense. Alla voce “veterani di conclamata esperienza”, gli assi nella manica potrebbero essere Jurickson Profar e Pedro Strop, per anni protagonisti nella Major americana.
Panama è la più classica delle mine vaganti, in quanto oltre alla propria stella Jaime Barrìa, schiera una serie di giovani ancora acerbi, ma di sicuro talento. Su tutti Ivan Herrera. Tenendo in considerazione il livello del World Baseball Classic, anche Javi Guerra e Justin Lawrence possono essere in grado di spostare gli equilibri. Il medesimo discorso si applica ai navigati Christian Bethancourt e Paolo Espino, gente che in MLB fa la propria figura da tempo.
Infine i padroni di casa di Cina Taipei si affideranno a un roster composto quasi interamente da giocatori provenienti dal campionato locale, ai quali è stato aggiunto qualche innesto proveniente dalla MLB (Yu Chang) e dalla lega professionistica nipponica (Wang Po-jung, vera e propria star della NPB). Se poi si vuole dare uno sguardo al futuro, un nome da seguire con grande attenzione sarà quello di Cheng Tung-che, ventunenne inserito nelle farm dei Pittsburgh Pirates. La MLB non è ancora pane per i suoi denti, ma in molti sono convinti di vederlo nella Major in tempi relativamente celeri.
Prima di chiudere, è doverosa una chiosa finale. Quanto esposto è basato su valori teorici, ma il contesto del World Baseball Classic è molto particolare. Due settimane sono niente in un ambito come quello del baseball, il più classico degli small sample size durante i quali qualsiasi underdog, se assistito dalla sorte e dalla condizione atletica, può azzannare e sbranare chiunque, cogliendo di sorpresa anche l’avversario più temibile. È proprio così che il WBC è concepito, come un appuntamento per dare una possibilità a tutti, in piena filosofia americana. Perché se “per sbaglio” dovesse vincerlo la rappresentativa di un mercato potenzialmente ricco, allora la MLB stessa beneficerebbe di una nuova infornata di appassionati, attirati dall’accaduto. It’s all about money dicono negli States, ma già i latini sapevano come pecunia non olet.
Foto: La Presse