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Atletica, Fabrizio Donato: “Andy Diaz ha dormito sul marciapiede. Scappano da Cuba per una vita migliore”

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Un connubio speciale. Il 23 febbraio scorso Andy Diaz Hernandez, atleta di 27 anni nato a Cuba il 25 dicembre 1995 e specialista del salto triplo, è diventato ufficialmente cittadino italiano ai sensi dell’articolo 9, comma 2, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, in considerazione dell’attivazione della procedura da parte del Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI), che ha segnalato l’atleta per gli ottimi risultati ottenuti nella propria disciplina sportiva.

Giunto in Italia nel novembre 2021, dopo non aver potuto gareggiare alle Olimpiadi di Tokyo per un infortunio, Andy è stato inserito, step by step, nel Centro Sportivo Castelporziano del Gruppo delle Fiamme Gialle, tesserato dall’Atletica Libertas Livorno e seguito da due allenatori, Fabrizio Donato, primatista italiano della specialità con 17.73 a livello indoor, e Andrea Matarazzo, ex triplista di buon livello con un personale di 16.71.

Un’avventura iniziata sotto i migliori auspici, dal momento che l’atleta ha superato in ben sei circostanze il limite dei 17.50 nel 2022, aggiudicandosi la Finale della Diamond League, l’8 settembre a Zurigo, con un salto di 17.70, valso anche il suo nuovo personale, mettendosi alle spalle l’oro olimpico e mondiale Pedro Pablo Pichardo.

Nella puntata di Sprint2u, su Sport2U (in collaborazione con OA Sport), condotta da Ferdinando Savarese, a spiegare la situazione sono stati proprio Diaz, Donato e Matarazzo. Si è partiti dal racconto della bella storia di Andy giunto in Italia tra tante difficoltà e il sogno di gareggiare. Dopo alcuni giorni dal suo arrivo nel Bel Paese, Diaz ha contattato il suo futuro tecnico, contro cui aveva gareggiato qualche anno prima, conoscendo le sue eccellenti doti tecniche. L’ex atleta nostrano, preso atto della situazione, si è attivato per supportare Diaz in tutti i modi.

Sono stato contattato da lui nel novembre 2021 e mi ha chiesto aiuto dal punto di vista umano e tecnico. Questi ragazzi lasciano il proprio Paese per sistemare la loro vita. Andy ha lasciato Cuba per realizzare il sogno di una vita normale, in primis, e poi di atleta di alto livello, per gareggiare alle Olimpiadi. Non ha potuto gareggiare a Tokyo per un infortunio e quindi mi ha chiesto di aiutarlo. Al di là di quanto ha fatto nella stagione passate, ci tengo a precisare lo straordinario percorso umano che va oltre lo sport. E’ una persona eccezionale, un modello sotto tutti i punti di vista“, le parole fiere di Donato.

Il tecnico si è attivato, indicandogli in primis le azioni indispensabili per avere subito un permesso di soggiorno in Italia, e poi ospitandolo a casa sua per circa i due mesi necessari al fine di perfezionare le pratiche necessarie per conseguire la documentazione adeguata e avere la possibilità di allenarsi nel Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle ed alloggiare nel Centro Castelporziano a Ostia.

E’ stato bravissimo perché ha rispettato tutte le leggi e ha fatto cose come dormire sul marciapiede per richiedere il primo documento provvisorio per stare in Italia. Solo in quel momento io e Andrea (Matarazzo, ndr) siamo intervenuti e, grazie alle Fiamme Gialle, al Coni e alla Federazione, abbia dato a Andy la possibilità di allenarsi senza sapere dove saremmo arrivati, partendo da zero. Lui non ha mai perso il sorriso, nonostante le mille incertezze, e ogni giorno mi chiedeva di allenarsi e di gareggiare. Posso assicurare che abbiamo passato più tempo in Procura, negli uffici dell’Immigrazione piuttosto che al campo“, il racconto di Donato.

Come poi ha precisato Matarazzo, è iniziato l’iter per ottenere il via libera da World Athletics: “L’eleggibilità per gareggiare per l’Italia ancora non c’è da parte della Federazione internazionale, ma noi ci auguriamo che possa ottenerla per i prossimi Mondiali di Budapest. Inoltre, avendo vinto la Diamond League, ha acquisito la wild card per partecipare alla rassegna iridata e quindi eventualmente l’Italia potrebbe vantare ben quattro triplisti ai Mondiali“. Un roster, infatti, molto ricco quello del Bel Paese, citando Andrea Dallavalle, Emmanuel Ihemeje e Tobia Bocchi.

Una bellissima storia di vita e di sport, con target ambiziosi: “Il mio obiettivo è vincere l’oro olimpico per l’Italia a Parigi e mi concentro sulla mia gara, pensando alla tecnica e a quello che dovrò fare. Non ho il pensiero fisso di arrivare ai 18 metri, ma lavoro per poterlo fare“, le parole fiere di Diaz.

Foto: LaPresse

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