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ATP Monaco 2023, il destino ci mette lo zampino: è di nuovo Rune contro van de Zandschulp
Passo indietro, 1° maggio 2022. Monaco di Baviera fremeva per la finale dell’edizione numero 107 del torneo sulla terra rossa tedesca, tra un giovane danese rampante proveniente dalle qualificazioni che aveva eliminato, tra gli altri, anche un Alexander Zverev al massimo della forma e un ottimo mestierante olandese, entrambi alla prima finale ATP della loro carriera. Una partita che si interruppe dopo soli sette giochi, con il secondo costretto al ritiro per dei problemi respiratori permettendo al suo dirimpettaio di esultare per la prima volta in carriera. Dopo quasi dodici mesi, Holger Rune e Botic van de Zandschulp si incrociano di nuovo, per riprendere quel discorso interrotto prematuramente.
Ne è passata di acqua sotto i ponti, soprattutto per Rune, che da lì ha iniziato la sua scalata al panorama mondiale. Già al successivo Roland Garros si spinse fino ai quarti di finale, ma il suo miglior risultato lo ha raggiunto poi a Parigi-Bercy, inanellando una settimana da applausi eliminando in fila Hubert Hurkacz, Andrey Rublev, Carlos Alcaraz (per ritiro), Felix Auger-Aliassime e Novak Djokovic in finale. La finale di Montecarlo ha confermato ulteriormente che sarà uno dei protagonisti dei prossimi anni del tennis, nonostante un caratterino per nulla facile, e lo ha dimostrato anche in Germania, con vittorie senza fatica con Yannick Hanfmann, Cristian Garin e Christopher O’Connell.
Al suo cospetto ci sarà nuovamente van de Zandschulp, che vuole chiudere un cerchio. Da quel ritiro dello scorso anno l’olandese non è più riuscito a toccare certe vette, fermandosi per tre volte in semifinale, l’ultima nel torneo di inizio anno a Pune. Ma Monaco di Baviera aveva qualcosa da restituirgli: titolare della quarta testa di serie, ha tenuto testa ad Aslan Karatsev e a Marcos Giron, prima di sorprendere il secondo giocatore del seeding Taylor Fritz che fallisce ancora una volta nel conquistare la sua prima finale in carriera sul rosso.
Ma, per il numero 10 al mondo, quest’anno c’era qualcosa di più forte a cui non ha potuto opporsi, il destino. Che si era ricordato di quella finale soltanto iniziata, nata bene e conclusasi in maniera anticlimatica per un improvviso ritiro. Non doveva evidentemente finire in quel modo, la partita doveva giocarsi. Detto fatto: un anno dopo, è di nuovo Holger Rune contro Botic van de Zandschulp.
Foto: LaPresse