Editoriali
Basta piagnistei: Jannik Sinner vale Alcaraz. I loro duelli ricordano Federer e Nadal degli albori
Nei giorni scorsi ne avevamo lette e sentite di tutti i colori. Sui social ed in tv, addetti ai lavori o semplici appassionati, nella stragrande maggioranza dei casi erano vittimismi e piagnistei ad imperare. Frasi ricorrenti come “Alcaraz è un gradino sopra Sinner”, “lo spagnolo è destinato a cancellare tutti i record del tennis”, “Jannik è bravo, ma l’altro è meglio”. E così via…Come se l’Italia negli ultimi 45 anni avesse avuto fior di tennisti capaci di raggiungere due semifinali consecutive in tornei Masters1000 e dare l’assalto alla top5 del ranking mondiale…
Come sempre, il verdetto che conta è quello del campo. Nei sei precedenti contro l’iberico nel circuito ATP, l’italiano ne ha vinti tre, esattamente la metà: zero a zero e palla al centro. Jannik Sinner è inferiore a Carlos Alcaraz? No, non lo è. Per niente. Qualsiasi loro incontro disputato sinora ha vissuto sempre sul filo del rasoio, venendo risolto per degli episodi o, addirittura, per un solo punto (come nel caso del match-point mancato dall’azzurro agli US Open 2022). Da qui in avanti il canovaccio non cambierà: Sinner vs Alcaraz sarà sempre una partita da 50 e 50. Qualche volta vincerà l’italiano, altre lo spagnolo. Vi ricorda qualcosa? Si sta creando una rivalità che somiglia tantissimo a quella tra Roger Federer e Rafael Nadal. È innegabile come i due giovani talenti esprimano un livello di tennis eccezionale e di rara bellezza, oggettivamente superiore al momento a tutte le altre promesse del panorama internazionale o anche di presunti NextGen mai definitivamente sbocciati. Gli spettatori di Miami, non così appassionati dal torneo in questa edizione, con spalti sovente mezzi vuoti, hanno gremito le tribune per il match che, sin dal sorteggio del tabellone, era il più atteso. Sì, Sinner-Alcaraz è ormai sinonimo di rivalità e spettacolo, un film già visto una ventina d’anni fa con Federer e Nadal.
Qualcuno potrebbe obiettare che Alcaraz sia già stato n.1 del mondo (ma non lo è più, al momento, proprio dopo la sconfitta con Sinner), vanti in bacheca uno Slam e 3 tornei Masters1000, peraltro avendo 2 anni in meno rispetto all’italiano. E quindi? Non è detto che l’amico che all’Università si laurea per primo sia poi quello che ottiene i maggiori successi in ambito lavorativo…Ognuno ha i suoi tempi nella vita, non solo nel tennis. Se guardate Sinner e Alcaraz, il più giovane ed inesperto sembra proprio l’italiano. L’iberico è molto più scafato, lo ha dimostrato anche oggi quando si è preso ben 10 minuti di pausa tra secondo e terzo set per andare in bagno (l’arbitro ha fatto finta di niente, il regolamento non viene puntualmente mai rispettato…): un comportamento che, in qualche modo, avrebbe potuto destabilizzare il nativo di San Candido. Viene da dire che a Sinner non sarebbe mai neanche venuta in mente una cosa del genere: è un ragazzo ingenuo, nel senso buono e positivo del termine.
Inoltre Alcaraz è un giocatore fatto e finito, oggettivamente non si vede quali margini possa avere: sa fare già tutto. Sinner invece non ha ancora raggiunto il massimo del suo potenziale. Colpi come le volée a rete o le palle corte denotano a tratti ancora un senso di insicurezza, sebbene i passi avanti siano evidenti: di certo non gli vengono ancora naturali come allo spagnolo. Ma l’azzurro è superiore all’avversario in risposta, con il servizio sostanzialmente si equivalgono, così come da fondo campo. Il nostro portacolori non avrà un fisico da Mister Muscolo come l’iberico, eppure anche in questo caso i progressi sono tangibili, sia in termini di potenza sia di resistenza alla lunga distanza. E non dimentichiamoci che l’italiano, per caratteristiche, è molto più adatto a giocare 3 set su 5. Insomma, lungi da noi dare una sentenza su chi sia superiore tra Sinner e Alcaraz o, peggio ancora, prevedere chi avrà vinto di più a fine carriera: servirebbe la sfera di cristallo. La certezza è di avere due giocatori sullo stesso piano, che si affronteranno sempre più spesso e con la dichiarata ambizione di giocarsi gli Slam. Da ‘Fedal’ a ‘Sinneraz’. Che i piagnistei lascino il posto allo spettacolo che questa nuova rivalità saprà regalarci per almeno un decennio.
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