Nuoto

Benedetta Pilato, il 2023 anno zero della nuova era. A Riccione solo nel “suo” 50

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Campionessa del mondo e campionessa europea in carica nei 100 rana, Benedetta Pilato non ha più bisogno di dimostrare niente a nessuno, soprattutto a coloro che nutrivano dubbi sulla sua capacità di essere competitiva sulla distanza olimpica quando faceva incetta di medaglie e record sui 50 rana che l’hanno lanciata ad altissimi livelli nel nuovo internazionale.

Partiamo proprio da qui per sgombrare il campo dai dubbi posti da chi parla, spesso a vanvera, di crisi, mettendo in forse le qualità e le capacità di un talento purissimo che tanto ha saputo dare al nuoto italiano del post Federica Pellegrini e tanto potrà ancora dare perché, magari è bene ricordarlo, Benedetta Pilato ha appena compiuto 18 anni, con tutte le problematiche annesse e connesse di questa età, sia dal punto di vista fisico, che degli impegni scolastici e non.

Da una parte c’è la Pilato sorridente e spensierata che ha da poco festeggiato la maggiore età, che appare sui social, con un filo di gossip, dall’altra c’è un’atleta e una ragazza che sta, come tante altre della sua età, facendo i conti con i gradini che la vita ti mette di fronte e che non sempre è facile salire.

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C’è un esame di maturità da affrontare e chi si sveglia ogni tanto convinto che sia “quel” mattino lì avendo sognato di attraversare la “notte prima degli esami” raccontata magistralmente da Antonello Venditti potrà capire di cosa si sta parlando. C’è un corpo che cambia e anche qui non facciamo finta di non capire e chi parla di “grasso”, “ciccia” e altre amenità varie, ragiona evidentemente per compartimenti stagni (e non sempre in buonissima fede), si sofferma ad un’analisi scolastica del problema che, prima o poi, tranne poche eccezioni, è incontrato da tutte le atlete. C’è chi lo supera facilmente, c’è chi impiega più tempo, c’è anche purtroppo chi si arrende alla natura ma non crediamo sia il caso di Benedetta Pilato, che è seguita da vicino da fior di specialisti che sapranno sicuramente affrontare il problema.

C’è un fisico che, seppur fresco e giovane, è stato sottoposto negli ultimi anni a sforzi enormi e che forse ha richiamato all’ordine chi con questo fisico ci ha a che fare tutti i giorni e che di nome fa Benedetta Pilato, lanciando segnali inequivocabili che hanno spinto la tarantina e il suo staff a rallentare i ritmi, prima lo scorso anno dopo i Giochi Olimpici e poi quest’anno dopo Roma.

C’è un futuro tutto da scrivere, targato Aniene, con l’opportunità del trasferimento a Roma che comporterebbe il possibile allontanamento del tecnico Vito D’Onghia, che di lavoro non fa solo l’allenatore e dovrà ragionare se sia il caso di lasciare un impiego sicuro per lanciarsi nell’avventura capitolina con la sua pupilla, ammesso che la presenza di D’Onghia possa essere compatibile con la nuova realtà.

In una situazione del genere ci può anche stare che una ragazza di 18 anni che, è vero, ha visto il mondo più di tanti coetanei messi assieme, ma che resta pur sempre una ragazza, reagisca in modo scomposto, sia con chi mette in dubbio continuamente il suo presente e il futuro (e noi giornalisti siamo maestri in questo), sia nei confronti di una disciplina, il nuoto, che tanto le ha dato ma tanto le ha anche tolto in termini di vita di tutti i giorni, di relax, di tranquillità, di affetti familiari e quant’altro. Qualche volta un pizzico di filtro e disponibilità in più, vista da fuori, aiuterebbe ma non è questo il punto.

In questo scenario di fronte c’è una stagione in cui l’unico, vero obiettivo è il Mondiale di Fukuoka che, nella carriera di Benedetta Pilato, può spostare relativamente poco, mentre in arrivo c’è una stagione in cui si preannuncia un Europeo in corta, un Mondiale in lunga a febbraio, un Europeo in lunga a maggio ma soprattutto un’Olimpiade che potrebbe essere quella del prime time per la ranista pugliese.

Che facciamo? Continuiamo a puntarle il dito addosso perché una così dovrebbe pensare a vincere e basta, a farci divertire, a farlo in silenzio, mettendo da parte tutto il resto, ossequiosa e rispettosa, oppure la supportiamo (o quantomeno non la condanniamo) nelle sue scelte, tenendo conto che finora ne ha sbagliate davvero poche, è la primatista mondiale dei 50 rana in carica, ha vinto a 18 anni medaglie a tutti i livelli e magari in questo momento sta pensando soprattutto a vincere quella che le manca e che la farebbe entrare nell’olimpo delle atlete leggendarie del nuoto e, di conseguenza, di tutto lo sport italiano?

L’anno zero della nuova era riparte da Riccione, dal “suo” 50 rana, che potrà anche non vincere, nel quale potrà anche non qualificarsi per Fukuoka (la concorrenza è spietatissima, oggi più che mai) ma l’importante è che questa fase di passaggio restituisca la stessa Pilato determinata, sorridente, felice di quello che fa, orgogliosa e anche un po’ polemica e bastian contraria che ha regalato gioie incredibili agli appassionati italiani negli ultimi quattro anni.

Foto Lapresse

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