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Calcio, cosa succede a Napoli? Perché scontri e contestazioni a De Laurentiis con lo scudetto vicino

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Napoli, città dei paradossi. La squadra partenopea sta vivendo un vero e proprio sogni ad occhi aperti con uno scudetto che sembra più vicino che mai a dieci giornate dal termine nonostante il ko contro il Milan e la possibilità di fare strada in Champions League. Ma domenica sera, al Diego Armando Maradona, non si è respirata un’atmosfera di festa, dovuta non alla prestazione deficitaria con i rossoneri, ma per altre motivazioni, dovute al rapporto mai semplice tra ultrà e Aurelio De Laurentiis.

Il presidente azzurro non è mai stato tenero con questa frangia del tifo, arrivando ad utilizzare in passato degli epiteti non certo lusinghieri, ma ora hanno deciso di rispondere a proprio modo, con una manifestazione prima della partita partita dalle ore 16.30, con cori di spregio dedicati al numero 1, e la decisione di non supportare la squadra nella partita, con le curve completamente in silenzio, e non sono mancati scontri fisici tra tifosi stessi, suddivisi tra chi voleva stare in silenzio e altri che hanno deciso di fischiare questa scelta. Praticamente, i tifosi hanno abbandonato la squadra, almeno domenica.

Le motivazioni sono parecchie. La goccia che probabilmente ha fatto traboccare il vaso è il prezzo per i biglietti della sfida di Champions League, con le curve a 90 euro fino ad arrivare ai 340 euro della Tribuna Posillipo. Prezzi alti, ma anche capibili per una vetrina del genere, a Milano per la sfida di Champions si passa da una forbice di 70 euro a 439.

Ma un altro dettaglio arriva anche dal ‘divieto’ di striscioni e tamburi da parte del Napoli. La parola divieto viene però utilizzata in maniera impropria: sul sito ufficiale della SSC Napoli si richiede una autorizzazione per portare gli striscioni compilando un particolare modulo, compreso anche per gli strumenti da suonare negli stadi. Cosa che accade anche in Italia. Oltretutto, si pensa anche ad una ‘festa privata’ per lo scudetto, riservata solo ad alcune persone. Insomma, un’annata trionfale si sta tramutando in una faida. Che bisogna, in qualche modo, tenere a bada per far sì che Napoli torni, da città dei paradossi, la città del titolo.

Foto: LaPresse

 

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