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Carlo Ancelotti mago di Champions League: il Real Madrid travolge il Chelsea, favorito contro il Manchester City?

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Carlo Ancelotti e Pep Guardiola

Entrambe hanno vinto con più gol di scarto, in casa, la gara di andata dei quarti di Champions League. E si sono dimostrate ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, le due squadre da battere. Parliamo, ovviamente, di Real Madrid e Manchester City. Carletto da una parte, Pep dall’altra. I due maghi della panchina. Ancelotti contro Guardiola. Italia contro Spagna. Il “patriarca dei fuoriclasse” contro il “maestro della tattica”, per i più. Per noi semplicemente due grandi allenatori. Forse i migliori in assoluto al mondo. Così diversi eppure così simili tra loro.

L’anno scorso prevalse Ancelotti. Ma il doppio confronto, a essere onesti, premiò oltre misura il Real. Il City giocò meglio nei 180′. Ma come spesso gli capita quando arriva al dunque in Champions, finì per specchiarsi troppo in sé stesso e uscì sconfitto. Troppi gol sbagliati, troppe disattenzioni difensive. Troppo ghiotta l’occasione per le Merengues, che la “Coppa dalle grandi orecchie” più che giocarla la respirano, quasi fosse parte di loro. E che infatti, quell’occasione, l’hanno colta al volo con Karim “The dream” Benzema. Mortifero, glaciale, definitivo. Sia a Manchester che a Madrid.

Tutti aspettano la rivincita, ma…

Il resto è storia. L’ultimo atto con il Liverpool. Le parate di Courtois. Il gioiello di Vinicius. L’1-0 che sancisce il 13esimo trionfo delle Merengues, nonché la settima finale vinta di fila. Una sentenza. Proprio come quella arrivata mercoledì al Bernabeu, con il 2-0 inflitto al Chelsea di Frank Lampard. Oppure come quella del giorno prima all’Etihad, dove il Manchester City ha travolto il Bayern Monaco con un 3-0 che lascia poco spazio ad eventuali ricorsi e appelli. Anche se la qualità dell’avversario, con tutti quei fantastici giocatori di prima fascia, lascerebbe intendere il contrario. Sia da una parte che dall’altra.

Il Chelsea, a Stamford Bridge, e il Bayern, all’Allianz Arena, se la giocheranno. E ci proveranno in tutti i modi. In Champions nulla è impossibile, soprattutto negli ultimi anni. Dalle pazze semifinali del 2018-19, con le sensazionali rimonte di Liverpool e Tottenham ai danni di Barcellona e Ajax, alle incredibili vittorie dell’anno scorso del Real Madrid. Proprio lui. Sempre lui. Tutti si aspettano di vedere il secondo atto della sfida tra Carletto e Pep, la rivincita tra due delle più belle squadre dell’ultimo decennio. Eppure c’è ancora una gara di ritorno dei quarti da disputare. E non contro le ultime arrivate.

E se fosse rivincita?

Bella domanda. L’esito di un’eventuale semifinale tra Real e City sarebbe ovviamente incerto. Quando da una parte ti ritrovi Benzema, Vinicius e Modric, e dall’altra puoi contare su Bernardo Silva, De Bruyne e Haaland, solo per citarne alcuni, fare pronostici risulta azzardato. Ma di certo la presenza del gigante norvegese, là davanti, potrebbe spostare gli equilibri. Almeno pensando alla doppia sfida della passata stagione, che probabilmente avrebbe arriso al City se fosse stato più “cattivo” sotto porta. Il centravanti classe 2000 è arrivato a 45 gol stagionali in 39 partite, 11 dei quali in Champions. Uno spauracchio per tutte le difese, ivi compresa quella del Real.

Ancelotti, però, ci ha abituato a giochi di prestigio che farebbero impallidire persino Houdini. E la crescita del suo Real, rispetto a un anno fa, è evidente nonostante il Barcellona si avvii a vincere la Liga. Vinicius è sempre più decisivo, Camavinga e Tchouaméni abbinano l’energia dei giovani alla maturità dei veterani, Courtois quando c’è da mettere una pezza risponde sempre presente e Modric sembra eterno, così come Benzema e Kroos. Chissà cosa ne pensa il “prof” Guardiola. Non lo dirà mai, ne siamo certi, ma preferirebbe evitare il Real Madrid più della peste. Perché tra il suo Manchester e la prima Champions nella storia del club l’unico ostacolo, oggi, sembra proprio lui: il mago Ancelotti.  

Foto: Lapresse

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