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Ciclismo, Gianni Savio: “Sono ripartito da zero con entusiasmo. Tiberi non ha attenuanti, Pellizzari molto interessante”

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Gianni Savio, che da poco ha compiuto 75 anni (il 16 aprile ndr), ne ha vissuti ben 39 quotidianamente nel ciclismo con grande eleganza. Chiunque si sarebbe arreso a seguito dell’insolvenza del main sponsor Drone Hopper che ha fatto venire improvvisamente meno l’ambizioso progetto e soprattutto l’apporto finanziario, ma il “Principe” è andato avanti ed è ripartito da una categoria inferiore a quella precedente, con una formazione Continental – la GW Shimano Sidermec –  team italo-colombiano intenzionato a fare crescere nuovi campioni come i vari Andrea Tafi, Egan Bernal, Alessandro De Marchi, Davide Ballerini e Mattia Cattaneo giusto per citarne alcuni.

Gianni, come va?

“Bene grazie, sto bene”. 

Nonostante il passaggio da Professional a Continental, appena ne avete l’occasione riuscite subito a farvi valere, come dimostra la vittoria di Restrepo a Reggio Calabria…

“Abbiamo mantenuto intatto quello spirito che abbiamo acquisito negli anni e la mentalità di onorare sempre le corse senza essere anonime comparse. I ragazzi sono bravi e hanno anche capito le difficoltà che ci sono state per colpe non nostre”.

Quanto ti ha amareggiato la vicenda Drone Hopper? Siete passati dal sogno World Tour al non riuscire a confermarvi tra le Professional: una ferita aperta?

“Sono sempre abituato ad affrontare le avversità e normalmente le ho sempre superate. Non sono amareggiato ma ho subito pensato al futuro. Si trattava di portare a termine la stagione con la Drone Hopper e poi trovare una collocazione ai corridori sotto contratto per il 2023 e per tutta la struttura che avevamo. Dopo così tanti anni di attività non pensavo neanche di chiudere malamente e allora insieme a Marco Bellini siamo riusciti a fare un miracolo. Nella storia del ciclismo non è mai successo che un primo sponsor non paghi più da metà anno e nonostante questo la formazione riesca a portare a termine la stagione”.

Nella tua squadra attuale ci sono quasi solo colombiani: d’altronde sei sempre stato uno specialista nello scovare talenti sudamericani. Come mai però avete solo due italiani?

“E’ dettato da esigenze economiche, nel senso che una squadra Continental può tesserare un massimo di 16 corridori, una Professional invece da 20 in su, da qui la conseguenza di avere pochi italiani in squadra. Loro avevano già una squadra e quindi c’era solo la possibilità di inserire due italiani”.

Corridori come Restrepo e Umba sono un po’ sprecati per il livello Continental? Di sicuro hanno dimostrato grande attaccamento nei tuoi confronti decidendo di rimanere.

“Sono corridori che hanno avuto anche problemi fisici e quindi sono stati condizionati. Quello di oggi è un ciclismo spietato e ci sono corridori che non essendo riusciti ad esprimersi per vari motivi hanno rischiato di rimanere senza contratto. Sia Restrepo che Umba sapevano che rimanendo con me avrebbero avuto un’opportunità di rilancio, opportunità che ci accomunava perché anche io sono ripartito da zero ma con lo stesso entusiasmo di sempre”.

Nel 2024 ci sono possibilità di rivedere la Androni Sidermec tra le Professional?

“Speriamo di sì, stiamo facendo di tutto per riuscire a tornare tra le Professional”.

Chi è il favorito per i Giro? 

“Non saprei sinceramente, ma Evenepoel avrà al suo fianco Mattia Cattaneo, Fausto Masnada e Davide Ballerini che sono ragazzi che sono cresciuti insieme a me. Ho visto Remco in ottima forma, staremo a vedere”.

Cosa ti aspetti da Ciccone, Caruso e Pozzovivo al Giro?

“Tra i tre il corridore da cui mi aspetto di più è Giulio Ciccone e credo che abbia anche lui impostato un programma finalizzato al Giro d’Italia. Damiano Caruso l’ho visto abbastanza bene al Giro di Sicilia e Domenico Pozzovivo è un corridore che ammiro molto, ha una grande determinazione, la stessa che io chiedo ai miei corridori. Penso che anche Domenico abbia programmato come obiettivo massimo il Giro”. 

Pensi che dobbiamo aspettarci qualche nome nuovo per l’Italia al Giro per la classifica, magari uno Zana, o é meglio non crearsi aspettative?

“Non mi sento di dire che Zana è uno dei nostri italiani per il podio al Giro, credo però che possa puntare ad una top10: è nelle sue possibilità”.

Che idea ti sei fatto della vicenda Tiberi?

“Quanto ha fatto Tiberi è vergognoso. Non è sfortuna, mi spiace ma non ci sono attenuanti. Sarà che il mio è un giudizio di parte perché sono un animalista, però comprendo Luca Guercilena – persona che ammiro e stimo molto sia sotto il punto di vista professionale che umano – e capisco la sua decisione. Non è stata una ragazzata”.

Che ne pensi di Giulio Pellizzari?

“E’ un ragazzo molto interessante, giovane e corre in un’ottima squadra. Con la mia formazione lo troverò – invito ufficiale da parte di RCS Sport permettendo – al Giro d’Italia Under23 e Pellizzari secondo me potrà fare molto bene”.

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