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Ciclismo, Marino Amadori sul futuro dell’Italia: “Ci manca qualche giovane, alcuni non emergono come mi aspetto”

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Il 2023 è cominciato a grandi linee sulla falsariga delle ultime stagioni per il ciclismo su strada maschile azzurro, aggrappato adesso ad un solo vero uomo da classiche come Filippo Ganna e ancora alla ricerca di un corridore competitivo sulle tre settimane per ambire ad un ruolo da protagonista nei grandi giri dopo il ritiro di Vincenzo Nibali.

Marino Amadori, Commissario Tecnico della Nazionale Under 23, ha tracciato ai microfoni di InBici un primo bilancio parziale di questi primi mesi dell’anno per i giovani ciclisti nostrani:È partita la stagione ormai, sia in Italia che all’estero, perché le nostre squadre Continental sono andate a correre anche fuori dal Paese ed è una cosa positiva. Abbiamo fatto anche dei buoni risultati. Non possiamo dimenticare il secondo posto di Nicolò Buratti alla Gent-Wevelgem, che è una bellissima gara internazionale con ottimo livello del campo partenti“.

Sul futuro del ciclismo italiano maschile su strada:Ci lamentiamo sempre, ma non bisogna guardare sempre il bicchiere mezzo vuoto. Quest’anno abbiamo vinto delle buone corse, mi sembra una decina. Abbiamo avuto un Filippo Ganna che ha fatto secondo alla Sanremo e sesto alla Parigi-Roubaix con una bellissima gara. Riuscire ad ottenere dei grandi risultati alla Roubaix non è facile ma lui era là davanti da protagonista, quindi in prospettiva futura può essere molto interessante“.

Un commento infine sull’assenza attuale di giovani azzurri ad alti livelli:Sicuramente ci manca qualche giovane che onestamente mi sarei aspettato protagonista già l’anno scorso e che ancora non sono emersi, però la stagione è appena iniziata. Mi auguro che a fine anno potremo parlare di alcuni ragazzi interessanti che hanno fatto risultati“.

Foto: LiveMedia/Antonino Caldarella

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