Ciclismo
Ciclismo, Orlando Maini: “Pogacar fa un altro sport. Ma con Evenepoel alla Liegi…”
Orlando Maini non ha dubbi. Tadej Pogacar è uno dei fuoriclasse più grandi del ciclismo moderno. L’ex ciclista, dirigente dell’Astana Qazaqstan Team, è intervenuto ai microfoni di Bike2u, rubrica di approfondimento sulla disciplina sulla nostra WebTv Sport2u, parlando per larghi tratti delle incredibile gesta dell’atleta sloveno in questa prima parte di annata sportiva.
Dopo tante gare vinte con estrema facilità e naturalezza, non ultima la Freccia Vallone, il nativo di Komenda ha infatti dimostrato di avere un altro passo rispetto agli avversari, sfoggiando una superiorità totale quasi senza nessuno sforzo. Un fatto questo che ha colpito in particolar modo proprio Maini.
“Con tutto il rispetto che ho verso il ciclismo – ha detto il dirigente – sembra proprio che Pogacar faccia un altro sport. Fino a un certo punto della corsa stanno tutti lì, ma poi inizia una corsa con protagonista solo lui. I suoi rivali sono dei signori corridori che se ne danno di santa ragione, ma lui fa una differenza talmente grande che sembra gareggi da solo. Quando è uno è così tanto forte te ne fai una ragione e se perdi da lui è quasi una mezza vittoria. Meno male che in queste ultime due-tre corse è arrivato con una faccia un po’ più stanca rispetto al solito”.
Oltre però al fenomeno Pogacar, Maini ha notato comunque una buona crescita generale: “Il gruppo è diventato più forte del passato. Una volta c’era il grande fenomeno o i pochi che facevano il risultato e la media. Ora è il gruppo che fa la media. Questo la dice lunga di quando vada forte Pogacar. Alla Parigi Roubaix il gruppo più numeroso che è arrivato è uno dei più folti degli ultimi anni. C’è quindi un gruppetto di fenomeni ma anche un gruppo dove si è alzata la qualità”.
Una gara, la Parigi-Roubaix, dove a trionfare è stato un altro grande protagonista delle prime tre classiche monumento, Mathieu van der Poel, contrassegnata però da quanto fatto da Van Aert, terzo dopo aver forato: “Sicuramente è stato un bel match tra loro due che hanno sempre lottato. Paradossalmente il più sfortunato è stato il più vecchio della gara, Degenkolb, che stava compiendo una gara esemplare e poteva risultare un terzo cliente scomodo“.
E tornando a Pogacar, Maini pensa che prima o poi l’atleta potrà sicuramente vincere la Parigi-Rubeaux, lodando successivamente il suo carattere: “Il ragazzo è intelligente e modesto, si sa proporre alla gente e agli avversari, è un fenomeno. Come puoi pensare che non sia adatto a una corsa? Le può vincere tutte. Se ragioni con freddezza quando fori significa che stai benissimo. Lui fora e raggiunge i primi, tira dritto e impone il ritmo. Ha una super gamba e non ha paura di niente, attacca ai 50 e 35, in momenti improponibili per persone normali. Per questo penso che faccia un altro sport”.
Un altro aspetto che ha colpito il dirigente è lo scatto realizzato la scorsa domenica ad Amstel: “Aveva questa faccia più provata ma è partito in testa, ha preso lo strappo in testa e gli altri si sono sfilati perché è risultato il più forte in quel momento. Non c’è una tattica particolare dove tu puoi sperare di attaccarlo quando ti stacca da ruota in quel modo. E stiamo parlando di fior fior di corridori”.
Alla Liegi-Bastogne-Liegi andrà in scena un super duello tra Pogacar il giovane Remco Evenepoel: “Può essere un cliente scomodo, tatticamente si muove prima del solito, non aspetta gli ultimi 2-3 km ma si muove in maniera anticipata, può essere una bella lotta, sarà uno spettacolo“.
Nelle battute finali infine Orlando Maini ha parlato di Lutsenko, ciclista dell’Astana fresco vincitore del Giro di Sicilia, un trionfo che ha dato morale a tutta la squadra: “Lui è un corridore serio, è arrivato al Sicilia molto concentrato, aveva l’intenzione di fare molto bene. Ci sono state delle tappe intermedie ma nell’ultima, la più dura, ha dato tutto. Lui poi va stimolato nel momento giusto, e siamo stati bravi anche in questo. Per la squadra questa vittoria è stata fondamentale per sbloccarsi”.
Foto: LaPresse