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Ciclismo, Tadej Pogacar mantiene le promesse: un cannibale col sorriso

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Non ci sono più parole per Tadej Pogacar. Anche ieri lo sloveno della UAE Team Emirates è parso, una, due categorie superiore a tutti gli avversari in gruppo: scatto a poco meno di trenta chilometri dal traguardo, seminato Tom Pidcock e vittoria all’Amstel Gold Race, altra corsa di un giorno tra le più rinomate del panorama internazionale. Ottenuta con una semplicità davvero disarmante.

I numeri dello sloveno in questo 2023 sono disarmanti. In tre mesi e mezzo ha disputato diciassette giorni di corsa e ha vinto in nove occasioni, portandosi a casa Vuelta a Andalucia, Parigi-Nizza, Giro delle Fiandre ed Amstel Gold Race. Unico ‘neo’ la Milano-Sanremo vinta da Mathieu van der Poel, dove non è riuscito a fare la differenza sul Poggio per poi farsi sorprendere dall’olandese.

Il fattore più impressionante è che Pogacar sia un corridore che, in un modo o nell’altro, mantenga la parola data. Quando arriva ad una corsa con l’intenzione di volerla vincere, state certi che farà tutto ciò che gli è possibile per poterlo fare. E molte volte ci riesce pure: grazie ad una preparazione certosina, fisica, tattica e soprattutto mentale.

Non è un caso che, dopo il successo al Fiandre, abbia preferito non partecipare alla Parigi-Roubaix. La vittoria della settimana precedente lo avrebbe potuto far esaltare in vista dell’appuntamento, ma invece ha declinato, scegliendo di non partecipare perché avrebbe avuto poche possibilità di vincere a causa del suo peso. In pochi, pochissimi avrebbero messo su un ragionamento del genere.

Lo scorso anno, dopo il successo alle Strade Bianche, parlavamo di Pogacar come un ‘cannibale col sorriso’. Ma poi, qualche mese dopo, arrivò la batosta al Tour de France, perso al cospetto di Jonas Vingegaard. Forse proprio quella sconfitta, basata esclusivamente sulla crisi accusata nella tappa di Galibier e Granon quando scelse di rispondere in maniera scriteriata agli attacchi del danese e di Primoz Roglic, gli hanno permesso di fare un ulteriore passo in avanti dal profilo mentale.

Di mantenere sì la solita esuberanza, ma di saper essere, al momento giusto, anche un freddo calcolatore, che quando partecipa a una corsa vuole solo ed esclusivamente vincere. E confermarsi un cannibale. Che però spiccica un sorriso a trentadue denti che non ti fa capire le sue vere intenzioni, che in un modo o nell’altro ti disorienta. E intanto, con i suoi scatti, ti distrugge internamente. Un cannibale con il sorriso.

Foto: LaPresse

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