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Cosa succede a Roma e Lazio e cosa rischiano per la questione plusvalenze

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Multa, penalizzazione, retrocessione. Sono questi i rischi che corrono Roma e Lazio in seguito al caso plusvalenze, per una volta coinvolte in un derby che entrambe avrebbero evitato volentieri. Perché l’inchiesta aperta dalle Procure di Roma e Tivoli riguardo alle presunte irregolarità sulla compravendita di 18 calciatori avvenuta tra il 2017 e il 2021 potrebbe rivelarsi una brutta gatta da pelare. La Juventus ne sa qualcosa. Magari finirà tutto in una bolla di sapone. Ma intanto le indagini hanno portato la Guardia di finanza capitolina a perquisire le sedi dei due club, oltre a quella della Salernitana che all’epoca dei fatti era presieduta da Claudio Lotito.

Il numero uno della Lazio risulta infatti tra gli indagati, al pari del direttore sportivo Igli Tare e di altri cinque dirigenti biancocelesti: Marco Moschini, Marco Cavaliere, Luciano Corradi, Ugo Marchetti Angelo Mariano Fabiani. Per la Roma, invece, sono indagati il presidente e il vice presidente Dan e Ryan Friedkin, ma soprattutto l’ex numero uno giallorosso James Pallotta, gli ex amministratori delegati Umberto Gandini e Guido Fienga, e l’ex vice presidente esecutivo Mauro Baldissoni.

Cosa dice il Codice di Giustizia Sportiva

Gli atti delle due indagini verranno presto trasmessi al procuratore della Figc, Giuseppe Chiné, che poi deciderà come procedere. Ma cosa rischiano le due società se il procedimento dovesse andare avanti? Stando al Codice di Giustizia Sportiva si va dalla semplice multa pecuniaria alla penalizzazione in classifica fino alla retrocessione in Serie B o in una categoria comunque inferiore a quella attuale. Insomma, tutto quello che rischiava la Juventus. Che in un primo momento si era salvata da eventuali sanzioni ma che poi, lo scorso gennaio, si è vista togliere 15 punti. E ora aspetta il verdetto definitivo del Coni. 

Tutto ruota intorno a due articoli del CGS: il numero 4, “Obbligatorietà delle disposizione generali”, che fa riferimento ai principi della lealtà, della correttezza e della probità nell’ambito dell’attività sportiva; il numero 31, “Violazioni in materia gestionale ed economica”, che prende in esame un ampio spettro di comportamenti illeciti e le relative sanzioni. Se le violazioni dovessero riguardare solo il primo articolo Roma e Lazio potrebbero subire una multa più o meno “salata” e una semplice diffida. Ma se le indagini dovessero comprovare la “mancata lealtà” e “la creazione di un sistema illecito per eludere norme sportive e penali” allora tutto si complicherebbe. I due club, a quel punto, potrebbero andare incontro a una penalizzazione in classifica, come la Juve, e nel caso peggiore alla retrocessione.

Le operazioni sotto la lente e la posizione dei club

Tra le 18 operazioni sotto la lente delle due Procure tre sono relative al 2017 (Gregoire Defrel, Riccardo Marchizza, Davide Frattesi), due al 2018 (Bryan Cristante e Marco Tumminello), cinque al 2019 (Leonardo Spinazzola, Luca Pellegrini, Tiago Casasola, Emanuele Cicerelli e Andrea Marino) e otto al 2020 (Marash Kumbulla, Mert Cetin, Matteo Cancellieri, Aboudramane Diaby, Jan Daniel Akpa Apro, Mattia Sprocati, Biagio Morrone e Mattia Novella). Di queste, undici riguardano la Roma, sette Lazio e Salernitana, ma non l’attuale società. Come precisato dal club di Danilo Iervolino attraverso una nota stampa. “La Us Salernitana 1919 chiarisce che l’attuale compagine societaria è del tutto estranea alle operazioni oggetto di indagine, riferendosi le stesse a stagioni sportive che precedono il cambio di proprietà”.

Attraverso i propri siti web, sia Roma che Lazio si sono difesi dalle accuse. “L’AS Roma prende atto dell’avvio di indagini da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma nei confronti della società nonché di alcuni suoi attuali e precedenti dirigenti. La società sta collaborando con le autorità competenti e auspica che venga fatta piena chiarezza sulla vicenda nel minor tempo possibile, ritenendo di aver sempre operato nel pieno rispetto delle norme vigenti”. 

Stesso tenore nella nota biancoceleste. “La SS Lazio è una casa di cristallo nella quale tutti i documenti sono a posto e sempre a disposizione di tutte le Autorità. Ci siamo sempre attenuti, nel nostro operato, ad un’ottica di leale e totale cooperazione e, quindi, qualsiasi documentazione ci fosse stata richiesta sarebbe stata da noi immediatamente consegnata. Nutriamo comunque il massimo rispetto per la Magistratura e confidiamo pertanto di fugare celermente qualsiasi equivoco o dubbio in relazione alle ipotesi di contestate”.

La palla ora passa alla Procura federale. Dopo la Juve, il terremoto plusvalenze ha colpito anche Roma e Lazio. Scopriremo presto se sarà l’ultima scossa o se ne arriveranno altre.

Foto: Lapresse

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