Calcio

Europei 2032: quali sono gli stadi e le città proposte dall’Italia

Dieci città e dieci stadi coinvolti nell’organizzazione degli Europei 2032. Questo dice la candidatura italiana presentata oggi all’UEFA.

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Gabriele Gravina (© LaPresse)

Ora siamo nelle mani della UEFA. Dopo indiscrezioni e tante riunioni preliminari, il dossier con la nostra candidatura per organizzare gli Europei di calcio del 2032 è sulla scrivania di chi dovrà decidere tra la nostra proposta e quella presentata dalla Turchia.

Le città coinvolte nell’organizzazione dell’eventuale Europeo 2032 in Italia sono davvero tante, secondo un’idea molto inclusiva da un punto di vista territoriale di uno degli eventi sportivi più importanti al mondo.

Le città impegnate

Le città e quindi i Comuni e le comunità interessate al progetto sono ben dieci, con dieci stadi storici o del tutto nuovi in cui dovranno essere disputate le partite. Lo stadio principale non può che essere l’Olimpico di Roma, con a seguire lo stadio “Mezza” di Milano, al centro di querelle fra Comune e società milanesi da ormai più di un anno.

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Gli altri grandi stadi sono il “Maradona” di Napoli, da poco ristrutturato per le Universiadi del 2019, l’Allianz Stadium, fiore all’occhiello tra gli stadi oggi esistenti in Italia, lo Stadio “San Nicola” di Bari, realizzato per l’altro grande evento calcistico organizzato in Italia ormai 32 anni fa, Italia ’90.

Manca Palermo

Nel progetto anche Firenze con il suo “Artemio Franchi” che sarà ristrutturato, Verona con il “Bentegodi”, Genova con lo Stadio “Ferraris”, Bologna con il “Dall’Ara” e infine Cagliari con lo Stadio “Unipol”, oggi ancora non esistente. Il progetto è stato depositato e, prevedendo 25 mesi per la realizzazione, sarebbe pronto per l’Euro 2032.

Dal progetto iniziale su cui si è discusso su vari tavoli manca Palermo e il suo “Renzo Barbera” per un problema legato all’impatto ambientale. Gli spostamenti erano appunto sostenibili per una sola isola impegnata nel progetto Euro 2032 ed è stata scelta la Sardegna con Cagliari.

Foto: LaPresse

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