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Inter-Juventus, l’eterno derby d’Italia vale la finale. Zoppicanti in campionato, esaltanti nelle coppe

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Una stagione strana per entrambe. Sia per l’Inter, incapace di trovare continuità tra campionato ed Europa, sia per la Juventus, alle prese con tante vicende extra campo che probabilmente ne hanno condizionato il rendimento complessivo. Eppure, all’interno di questa annata così particolare, domani sera le due squadre più blasonate della Serie A si ritrovano di fronte per una partita che vale la finale di Coppa Italia. Una sfida che si preannuncia avvincente e piena di significati, perché nelle coppe entrambe danno il meglio di loro stesse. La Beneamata, a dire il vero, più della Vecchia Signora.

Inter bella di notte

La squadra di Simone Inzaghi lo ha già dimostrato più volte: nei match da dentro o fuori non sbaglia quasi mai. E infatti, in un anno e mezzo, ha vinto due Supercoppe Italiane battendo prima la Juve poi il Milan, e ha messo in bacheca pure la Coppa Italia 2021-22, sempre contro i bianconeri. Stesso discorso in Champions League, dove i nerazzurri sono stati capaci di giocarsela alla pari anche con i top club europei. Al di là della semifinale raggiunta quest’anno contro i cugini rossoneri, arrivata eliminando nel girone il Barcellona con due gare di livello assoluto, oltre a Porto e Benfica, nella passata stagione gli uomini di Inzaghi accarezzarono la rimonta con il Liverpool negli ottavi di finale, vincendo 1-0 ad Anfield dopo il ko per 2-0 di San Siro. Un’impresa per pochi, visto che la squadra di Klopp è poi giunta in finale arrendendosi solo al Real Madrid di Ancelotti.

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In campionato, di contro, l’Inter non ha rispettato le attese. Né l’anno scorso tanto meno quest’anno. Se nel 2021-22 i nerazzurri si incepparono sul più bello, vedendosi superati nel finale punto a punto dal Milan, nel corso di questa stagione sono arrivate 11 sconfitte in 31 partite. Molte delle quali inspiegabili. Soprattutto se si confronta il rendimento avuto nelle coppe, sia in Europa che in Italia. Una differenza di attenzione e applicazione mentale su cui Inzaghi ha sicuramente lavorato (impensabile che il tecnico piacentino non l’abbia fatto) ma alla quale non ha trovato rimedio. L’approccio e la cattiveria messe in mostra in Champions League, ad oggi, in Serie A non si sono quasi mai viste. Se non nei big match d’alta quota. Inevitabile dunque che si tratti di un problema di testa.

Una Juve a due volti

Discorso diverso per la Juve di Max Allegri. Il cammino in Champions League fin qui è l’unica vera macchia sulla stagione bianconera. L’eliminazione nei gironi arrivata per mano di PSG, Benfica e Maccabi è stata una delusione cocente per tutto l’ambiente. Vero, nella prima parte di stagione il tecnico toscano non ha potuto contare né su Pogba, come sempre infortunato, né sul miglior Di Maria, che in quel momento aveva la testa al Mondiale. Tanto meno su Chiesa, anche lui fermo ai box. Ma le sconfitte subite contro i lusitani hanno messo in evidenza le lacune della squadra, incapace di giocare ad alti livelli in Europa. Almeno in Champions.

Già, perché con il passaggio in Europa League è cambiato tutto. Allegri è stato come sempre bravissimo a lavorare sulla testa dei suoi giocatori, facendo pian piano ritrovato unità d’intenti e compattezza alla sua Juve. E così è cominciata una lenta ma inesorabile risalita in campionato, accompagnata da alcune belle prestazioni anche in campo europeo. Se in Serie A i risultati sono arrivati ma senza brillare, anzi anche con un po’ di fortuna, con Nantes e Friburgo si è probabilmente vista la miglior Juventus della stagione. Contro lo Sporting Lisbona, sul piano del gioco, è stato fatto un piccolo passo indietro. Ma la semifinale è arrivata lo stesso.

L’eterno derby d’Italia

Ora entrambe sono attese dall’esame di maturità: il quarto e ultimo derby d’Italia della stagione. Il bilancio per ora è a favore della Juve, che ha vinto due volte in campionato. Il rigore di Lukaku dall’andata, assegnato in pieno recupero per un’ingenuità di Bremer, ha salvato i nerazzurri dal terzo ko di fila. Ma per quanto visto in campo è stato giusto così. E allora, domani sera, non resta che accendere la televisione e gustarsi l’ennesimo atto di questa rivalità infinita. In palio ci sono onore e gloria. E battere l’avversario più temuto potrebbe regalare le certezze che servono per arrivare fino in fondo su tutti i fronti. Europa compresa. 

Foto: Lapresse

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