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Marotta inizia a sbottonarsi sui contratti in scadenza e il futuro di Lukaku

Ai microfoni di DAZN prima del match contro la Fiorentina, Marotta inizia a svelare le prime verità sui contratti in scadenza e la situazione che riguarda Lukaku.

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Giuseppe Marotta con la Supercoppa Italiana (© LaPresse)

Giuseppe Marotta è e soprattutto sarà al centro di decine di trattative che riguardano l’Inter da qui a giugno, quando ancora non sarà iniziato ufficialmente il calciomercato, ma già le strategie saranno ben delineate.

Oggi ai microfoni di DAZN ha parlato dei due temi più caldi che riguardano la squadra nerazzurra. Il primo è quello delle trattative per i contratti in scadenza proprio a giugno 2023. I nomi sono quelli di Milan Skriniar, che ormai è quasi certo al PSG, Stephan de Virj, in bilico tra il restare e cercare una nuova esperienza, Roberto Gagliardini, sicuramente in partenza.

Poi ci sono Edin Dzeko, situazione tutta da capire, Samir Handanovic e soprattutto Bastoni, ancora in bilico perché tentato da sirene inglesi. Di fronte a questo marasma di contratti da considerare a breve, Marotta ha glissato, dicendo: “Abbiamo chiesto alla squadra di concentrarsi sul finale di campionato e non sui rinnovi, la posta in palio è importante e gratificante. Tutti noi siamo concentrati”. Una frase che però in qualche modo sottintende che il nervosismo sui mancati rinnovi serpeggia all’interno del gruppo.

L’altro tema caldissimo è quello che riguarda Romelu Lukaku. Di sicuro il prestito che scadrà a giugno non sarà rinegoziato come voleva la dirigenza Chelsea, perché è troppo oneroso. Servirebbe un acquisto davvero low cost per un calciatore che resta uno dei migliori attaccanti in Europa.

Marotta su questo tema è più deciso: “Da uno a dieci Lukaku è attaccato dieci alla maglia nerazzurra, tornerà al Chelsea e poi valuteremo insieme le prospettive. Parlarne è prematuro, spero invece che le prestazioni siano importanti per dare un apporto alla squadra”.
Sono parole d’attesa quelle dall’ad nerazzurro ma nascondono delle verità e delle prospettive che devono iniziare già a far immaginare l’Inter del futuro.

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