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Masters Augusta golf 2023: in gara un solo azzurro, Francesco Molinari. Sintomo di un’Italia che sta faticando

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Francesco Molinari

Per l’ultima volta quest’anno Francesco Molinari potrà utilizzare una particolare esenzione per partecipare al Masters 2023. Tutti i vincitori Major degli ultimi cinque anni, infatti, hanno la possibilità automatica di giocare all’Augusta National. Il periodo temporale, naturalmente, si estende alla vita intera dei golfisti interessati (qualora essi partecipino, perché alcuni si sono del tutto ritirati o l’età non consente loro di essere più in grado di avere una competitività) quando si parla del Masters stesso.

Il torinese, quest’anno, è stato particolarmente altalenante, ma in questa altalena è riuscito a cogliere due risultati di indubbio prestigio: il quinto posto all’Abu Dhabi HSBC Championship e, soprattutto, il 14° all’Arnold Palmer Invitational, risultati che lo hanno riavvicinato alla top 100 e soprattutto lo hanno inserito nuovamente nel ruolo di numero 1 d’Italia. Il Masters, per lui, è tante cose: alla dodicesima partecipazione, però, quella che gli resta più nell’amaro è inevitabilmente datata 2019, in cui nelle ultime sei buche il successo scivolò letteralmente dalle sue mani a quelle di Tiger Woods.

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L’anno scorso, in virtù dell’ottimo US Open 2021 concluso al quarto posto, c’era Guido Migliozzi, che però quest’anno ha iniziato con una certa difficoltà. Va chiarita una cosa: non è facile entrare in un field come quello del Masters, che già di suo è limitato ed è esclusivamente a inviti, gli ultimi dei quali si basano sul ranking mondiale di fine marzo. Resta il fatto, però, che attraverso la mancanza di ulteriori presenze dal Bel Paese si può fare il punto circa il 2023 golfistico italiano.

E finora le premesse non sono spettacolari: l’unico ad aver mantenuto una sostanziale costanza di risultati è Edoardo Molinari, che i tagli bene o male li passa con frequenza e che si sta mantenendo attorno al 260° posto dell’OWGR (in uno sport nel quale, va ricordato, un simile posizionamento ha valore molto diverso da quello che c’è, per esempio, nel tennis: fare qui un confronto, però, è cosa ardua e troppo lunga). Per il resto, soltanto una stagione rabbiosamente buona di Lorenzo Scalise sul Challenge Tour e un Andrea Pavan che, dalle categorie minori, sta ritrovando quella fiducia che mancava oramai dalla fine del lockdown, stanno dando qualche sorriso al nostro Paese. Sembra di rivedere, per certi versi, un inizio di 2022 in cui molti risultati faticavano a venire, prima di un buon prosieguo dell’anno e dell’acuto di Migliozzi in Francia. Chiaramente qui si parla spesso di livelli comunque ben lontani da Augusta, ma il fatto rimane.

Stanti così le cose, l’augurio è di avere presto più presenze tricolori nei Major oltre a quella di Chicco: magari non per il PGA Championship, ma per lo US Open questa è una possibilità senz’altro auspicabile. A cominciare dal vicentino, naturalmente, per proseguire anche ben oltre. E rivedere, perché no, figure che nei Major numeri importanti li hanno avuti.

Foto: LaPresse

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