Atletica
‘Maurizio racconta…’: i 10 talenti U19 dell’atletica italiana da seguire (prima parte). Zurloni da sogno
I MIGLIORI DELLA SETTIMANA
Voto della settimana per l’Italia: 6,5
Atleta della settimana (uomo): Matteo Zurloni (arrampicata/speed)
Atleta della settimana (donna): Giovanna Epis (atletica)
Signore e signori, un record è sempre un record. Sono il sinonimo dell’eccellenza negli sport di performance, dove contano le lancette del cronometro, i chilogrammi alzati di un bilanciere oppure i centimetri superati o lanciati. I protagonisti di questa settimana sono proprio loro, con un record europeo e un “quasi” record italiano. Matteo Zurloni, 21 anni, ha stampato un incredibile 5″04 nella tappa di Coppa Italia di arrampicata, specialità speed. Tradotto in parole spicciole, nuovo record europeo ad appena 4 centesimi da quello mondiale dell’indonesiano Katibin (e sbagliando addirittura la partenza!). Neanche Ludovico Fossali ha scherzato, e con 5″06. il campione del mondo 2019 avvicina pure il WR. Primato italiano anche tra le donne, con Beatrice Colli che ferma il cronometro in 7″17. Tutti risultati che sicuramente fanno sognare per Parigi 2024 (ricordiamo che la speed sarà nuova modalità olimpica). Il primato nazionale invece lo sfiora Giovanna Epis alla maratona di Amburgo (ad appena due secondi da Valeria Straneo!), chiudendo in 2h23:46. Dopo il 2h23:54 di dicembre scorso a Valencia, ecco un’altra prestazione maiuscola per la 34enne veneziana. Anche se forse, in prospettiva futura, il 2h24:02 di Sofiia Yaremchuk nella maratona di Londra fa sognare ancora di più. A 28 anni si è ancora giovanissimi per questa gara, e migliorarsi più di un minuto e mezzo in un colpo solo significa che i suoi limiti sono ancora inesplorati.
Elisa Balsamo sta ritornando ad avere quel “killer instinct” indispensabile nel ciclismo su pista e di cui tanto avremo bisogno a Parigi 2024: nella tappa canadese di Nations Cup ottiene un argento (Omnium) e un bronzo (Madison con Martina Fidanza). Il bottino è completato dall’argento del trenino maschile (senza i big Milan e Ganna), importantissimo ai fini del ranking olimpico. Alla Liegi femminile un’ottima Longo Borghini deve cedere allo sprint contro la favorita olandese Demi Vollering, sfiorando uno splendido tris di Classiche del Nord (dopo il Fiandre e la Roubaix). Ma siamo sicuri che il “triplete” è solo rimandato.
Conclusi gli Europei di sollevamento pesi di Yerevan, con le altrettante buone misure ottenute – dopo Massidda e Imperio -, da Mirko Zanni, Giulia Miserendino e Cristiano Ficco in ottica pass a Cinque Cerchi. Tuttavia, preoccupa un po’ che Nino Pizzolato e Lucrezia Magistris – per diversi motivi – non abbiano ancora una misura valida per il totale di ranking olimpico. Speriamo ci riescano prima che finisca il 2023. Nella ritmica, Sofia Raffaeli dopo l’abbuffata di Tashkent con 5 ori, si ferma questa volta al secondo posto nel concorso generale individuale di Baku oltre all’argento nel cerchio.
Agli Europei di lotta di Zagabria, molto bene il settore femminile con i bronzi di Emanuela Liuzzi nei 50 Kg (olimpica) e Dalma Caneva nei 72 Kg (non olimpica), ma soprattutto abbiamo assistito a una versione 2.0 di Frank Chamizo (argento) che ci fa ben sperare per i Giochi parigini. Ora è cambiata la gestione tattica dei suoi match, visto che gli permette di finirli con tante energie ancora da spendere mentre i rivali calano vistosamente.
Negli sport di squadra, molto bene i club calcistici del Bel Paese con cinque squadre in semifinale delle coppe europee (su 12, quasi il 50% del totale!), male invece le nazionali femminili. Non ci è piaciuto l’approccio del Setterosa nella seconda fase di World Cup: anche se non contava molto agonisticamente parlando, hanno subito troppo da avversarie contro cui dovremo giocarci il pass per Parigi 2024. Il rugby rosa è stato piegato dalla Scozia a Edimburgo (29-21) dopo la convincente vittoria contro l’Irlanda, mentre le ragazze dell’hockey su ghiaccio non sono riuscite ad essere promosse nel Mondiale di prima divisione gruppo B (terze dietro Corea e Polonia).
CINQUE TALENTI DELL’ATLETICA ITALIANA CHE DOVETE SEGNARVI
Pochi giorni fa si è concluso (presso i centri di preparazione olimpica di Formia e di Tirrenia) il raduno di primavera dell’atletica giovanile azzurra. Oltre 130 atleti Under 20 – ovviamente i prospetti più interessanti del nostro movimento -, si sono ritrovati per preparare gli appuntamenti internazionali dell’estate (gli Europei U20 di Gerusalemme e, per la categoria U18, il Festival Olimpico della Gioventù Europea di Maribor). Fra tutti questi talenti, spesso mi è stato chiesto di fare una decina di nomi su quelli che – secondo la mia esperienza – possono avere il futuro più luminoso durante il prossimo decennio. Provo a fare una lista, senza un ordine specifico di importanza (5 atleti in questa puntata e gli altri 5 nella prossima):
– Alice Pagliarini (velocità): 17 anni, ha realizzato la migliore prestazione italiana under 18 dei 60 metri con 7.38 a fine gennaio. Possiede una grande fase lanciata.
– Simone Bertelli (asta): 18 anni, autore lo scorso febbraio del nuovo record italiano juniores indoor con 5,51, tra l’altro migliorandosi più di 15 cm rispetto al suo personale outdoor. Sarà lui il primo azzurro della storia oltre i 6 metri?
– Mattia Furlani (lungo): 18 anni, non ha bisogno di presentazioni. Forse il più grande talento partorito dal Bel Paese dopo Andrew Howe. Bi-campione europeo allievi (alto e lungo) a Gerusalemme. Straordinario il suo record di 8,04 nel lungo -ancora da allievo- e con una tecnica ancora approssimativa. Margini inesplorati.
– Edoardo Stronati (alto): 18 anni, vincitore ai Campionati del Mediterraneo U23 e recordman italiano indoor con 2,24 lo scorso febbraio. Possiede uno stacco imperioso.
– Marta Amani (lungo): 18 anni, bronzo mondiale U20 lo scorso anno a Cali con 6,52, dotata di una grinta e carattere che può portarla molto lontano. Si difende molto bene anche sui 200 metri, ma sicuramente sceglierà il lungo per il resto della carriera.
LE PUNTATE PRECEDENTI DI ‘MAURIZIO RACCONTA…’
Maurizio Contino
Foto: Sergio Mateo Fidal