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MotoGP, è tornata l’anarchia. I pretendenti al titolo sono tutti in difficoltà, ma nessuno approfitta del vuoto di potere al vertice

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Come al principio del 2022, anche l’inizio del Mondiale di MotoGP 2023 assomiglia a una partita di Traversone  o Tressette a non prendere o Ciapa no, a seconda del nome conferito nell’area geografica di riferimento. Insomma, si gioca a fare meno punti possibile. Una dinamica già vista dodici mesi orsono, che si sta riproponendo in maniera inaspettata, soprattutto alla luce dei fatti di Portimao.

In Portogallo, Francesco Bagnaia aveva dominato la scena. Invece Enea Bastianini e Marc Marquez erano finiti in ospedale. Dal canto suo, Fabio Quartararo rabbrividiva, realizzando di avere per le mani la Yamaha meno competitiva degli ultimi vent’anni. La strada di Pecco verso il bis iridato sembrava in discesa, sia per la superiorità palesata da Ducati, sia in virtù di un weekend lusitano gestito in maniera impeccabile dal ventiseienne piemontese.

Viceversa, anziché andare in fuga sin dalle primissime battute, Bagnaia si è inopinatamente eclissato. Nei due GP americani ha raccolto solo 16 punti su un massimo teorico di 74, gettandone alle ortiche almeno 40 con due cadute. Per sua fortuna i rivali designati o non hanno corso, perdendo comunque terreno, oppure gli hanno rosicchiato briciole.

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Rieccoci, dunque, dove eravamo nella primavera scorsa. La classifica iridata è anarchica e vede nelle primissime posizioni due piloti del tutto inattesi. Marco Bezzecchi e Alex Rins, “reincarnazioni” rispettivamente dell’Enea Bastianini e dell’Aleix Espargarò di inizio 2022. A dimostrazione di quanto sia fluida la situazione si pensi che chi mena le danze ha 64 punti su un massimo possibile di 111, pari al 57% del totale. Più o meno la proporzione dei battistrada della prima ora dello scorso anno.

D’altronde, ognuno dei quattro pretendenti più accreditati al titolo, sta facendo i conti con qualche disgrazia sportiva. Bastianini e Marquez fratturati, Bagnaia ha assommato più cadute che vittorie, Quartararo corre in MotoGP con un motore degno di una Moto2. Nessuno, però, ha saputo ergersi al di sopra degli altri, approfittando del vuoto di potere generatosi. È come se il Mondiale 2023 debba ancora iniziare e un giullare si stia divertendo a sparigliare le carte. Chissà se, con i classici round europei, il mazziere tornerà serio.

Foto: MotoGPpress.com

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