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MotoGP, Marco Bezzecchi: Mondiale utopistico da non ufficiale. Bastianini docet, ma Ducati potrebbe valorizzarlo

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Marco Bezzecchi

Marco Bezzecchi è la rivelazione dell’aurora del 2023. Dopo aver chiuso sul podio il Gran Premio del Portogallo, attestandosi al 3° posto, in Argentina ha conquistato la maiden victory in MotoGP. Il riminese ha “rotto il ghiaccio” con la classe regina proprio sulla stessa pista dove, cinque anni fa, aveva ottenuto il primo successo tout-court nel Motomondiale, trionfando in Moto3.

I due risultati di rilievo, uniti ai buchi nell’acqua di Francesco Bagnaia e Maverick Viñales a Termas de Rio Hondo, consentono al ventiquattrenne romagnolo di essere addirittura in testa alla classifica iridata.  È davvero curioso pensare che, a dodici mesi di distanza dall’esplosione di Enea Bastianini, un altro centauro della cantera Ducati possa trovarsi nella medesima situazione di chi, con un rendimento al di sopra delle aspettative, ha saputo guadagnarsi una moto Factory per la stagione corrente.

Ovviamente, parlare di “candidatura al titolo” per Bezzecchi è prematuro. Anzi, utopistico. Tanto per cominciare il campione statistico è ancora troppo ridotto. Due gare positive possono essere un indizio, non necessariamente una prova. Prendiamo il Miguel Oliveira del 2021. Nella finestra temporale fra il Mugello e Assen marca 76 punti (una vittoria, due secondi e un quinto posto). Peccato che negli altri quattordici GP stagionali (i cinque appuntamenti precedenti e, soprattutto, i nove successivi) raccolga la miseria di 18 punti! Insomma, l’annata è ancora acerba, fermo restando come sia già stato esposto che si intravedono diversi punti in comune tra il Bezzecchi del 2023 e il Bastianini del 2022.

MotoGP, ‘Marco Bezzecchi is the new Enea Bastianini’. I tanti punti in comune fra il ‘Bez 2023’ e la ‘Bestia 2022’

Peraltro, bisogna ricordarsi come vincere il Mondiale in un team satellite sia impresa mai riuscita da quando esiste la MotoGP. L’ultimo rider non appartenente a un Factory Team capace di imporsi in classifica generale è stato Valentino Rossi nel 2001, quando però aveva una struttura a lui dedicata e una Honda NSR500 in tutto e per tutto analoga a quella fornita da HRC ad Alex Crivillé e Tohru Ukawa. Al contrario, Bezzecchi gareggia con una Ducati dello scorso anno, dunque con meno margini di sviluppo rispetto a quelle ufficiali.

L’obiettivo dichiarato del riminese era di vincere la prima gara della carriera in MotoGP. Lo ha già centrato. L’Iride non è affar suo, a meno di sviluppi clamorosi e, ora come ora, impensabili. Il ‘Bez’ ha però ancora tanto da dire in questo 2023. Il suo contratto è in scadenza, dunque potrebbe diventare un pezzo pregiato sul mercato piloti. È tuttavia lapalissiano affermare che qualsiasi cambio di Casa sarebbe un salto della fede. Uscire dal clan Ducati significa perdere la moto più competitiva.

Cionondimeno, la possibilità di scalare le gerarchie interne di Borgo Panigale è concreta. Attualmente Bezzecchi è un ducatista di “seconda fascia”, nel senso che si deve accontentare di una Desmosedici più datata, con tutti gli annessi e connessi del caso. Proseguire sul sentiero d’eccellenza imboccato tra il Portogallo e l’Argentina darebbe modo al romagnolo di elevare il proprio status in ottica 2024, garantendosi una GP24. Se nella culla del Team Mooney VR46 o altrove (Pramac?) non è ancora dato a sapersi. Bisognerà seguire il corso degli eventi.

Di certo l’appetito vien mangiando e, una volta spezzato il digiuno in termini di affermazioni in MotoGP, il ‘Bez’ può ambire a salire di rango in seno alla folta batteria di centauri Ducati. Un po’ come ha fatto Bastianini prima di lui, senza pensare al Mondiale. Per quello ci potranno essere, eventualmente, tempo e modo in futuro.

Foto: MotoGPpress.com

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