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Nuoto, le speranze di medaglia dell’Italia verso i Mondiali di Fukuoka. Ceccon, Martinenghi e le staffette puntano all’oro

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E’ un’Italia che va, quella che lascia Riccione. Non è stato un Assoluto da ricordare per record e prestazioni indimenticabili ma il livello medio si è alzato ulteriormente e che ha “tirato la carretta” negli ultimi due anni ha approfittato di un 2023 meno pressante per allentare un po’ la presa in vista di un 2024 da affrontare a testa bassa.

In tutto questo la squadra azzurra ha già qualificato 12 atleti (con 15 pass individuali), più due staffette ma, da quello che si è capito, il numero degli azzurri a Fukuoka crescerà e di molto dopo il Sette Colli che certificherà altre qualificazioni. Capire ora quali sono le carte da medaglia da giocare sul tavolo giapponese non è semplice ma fare meglio in termini numerici dei nove podi di Budapest non è impossibile, molto più complicato sarà ripetere l’exploit dei cinque ori.

LE CERTEZZE. Stante la situazione attuale, senza russi e bielorussi presenti, tre, tutte in campo maschile, so0no le carte da oro per la squadra azzurra: Thomas Ceccon, smaltiti i malanni dell’inverno, potrà prepararsi al meglio in vista dell’appuntamento giapponese, proverà a ripetersi sui 100 dorso, anche se ha dichiarato che non gli piacerebbe arrivare ai Giochi di Parigi con due ori mondiali al collo. L’azzurro potrebbe avere come carte da giocare, a livello individuale, i 50 dorso e i 50 farfalla, mentre più complicata è la strada che porta ai 100 stile, anche se i posti sono ancora tutti liberi e al Sette Colli la lotta sarà apertissima.

Nicolò Martinenghi, sulla carta, è il numero uno mondiale della rana e, al momento, si gioca lo scettro con lo statunitense Nik Fink, che lo scorso anno lo ha battuto sui 50. L’assenza prolungata di Peaty e di Shymanovich apre la strada ad un possibile ibis iridato che sarebbe la maniera migliore per lanciare la volata olimpica.

La staffetta 4×100 mista azzurra è molto forte in prospettiva. Ceccon e Martinenghi sono i due motori principali ma attenzione anche alla crescita sui 100 di Federico Burdisso che magari ha perso qualcosa sulla distanza doppia, dove è pur sempre bronzo olimpico, ma ha sicuramente fatto un passo avanti importante sulla velocità e potrà dare una mano alla squadra che ha bisogno di recuperare il miglior Miressi. Nel clan del torinese nessuno è preoccupato, anche se a Riccione lui per primo si aspettava qualcosa di meglio di un 48”6 che al Mondiale non vale la semifinale. Il tempo per trovare la condizione giusta c’è e se arriva la condizione giusta la chiusura della staffetta mista è in ottime mani.

I SEMPREVERDI. Gregorio Paltrinieri sta scaldando i motori in vista di un Mondiale dove la gara più importante si disputa nella prima settimana ed è la 10 km in acque libere che qualifica per Parigi. Sistemata quella questione, il campione emiliano può pensare alla piscina e anche lì non parte battuto da alcun avversario. Vederlo protagonista su entrambe le distanze, dopo la settimana dedicata al fondo, non sarà facile, ma una medaglia può arrivare e non è escluso che, come a Budapest, sia quella del metallo più prezioso.

Simona Quadarella non si è mai vista a questi livelli in aprile. La mezzofondista romana è entrata nell’età della consapevolezza e anche della solidità mentale, è in piena fiducia, sta lavorando bene e senza intoppi particolari. A Riccione ha lasciato intendere che se la può giocare con le big, forse tranne una, la solita. Soprattutto sui 1500, dove c’è meno traffico di avversarie, può dire la sua ma questa Quadarella può giocarsela ovunque.

I RAMPANTI. Benedetta Pilato ha impostato il 2023 come l’anno di passaggio, anche forzatamente visto che i problemi fisici non le hanno dato tregua nella prima parte della stagione. La zampata, però, a Riccione l’ha messa e se nuota 29”8 con poco lavoro e una vigilia tormentata, c’è da sperare che possa essere protagonista nei 50 rana e, perché no, visto che un posto è ancora disponibile, anche nei 100.

A proposito di 100 ma stile libero, la staffetta veloce può continuare a dire la sua per una medaglia. Riccione è stata una tappa di passaggio con tante situazioni non ideali, da Miressi che non ha impostato la preparazione per questo evento, a Zazzeri, che arriva da cinque mesi di stop, da Ceccon che non era al meglio ed ha rinunciato, a Frigo che deve ritrovare il passo gara dei giorni migliori, fino a Conte Bonin che deve confermare in vasca lunga quanto di buono fatto in corta. L’unica certezza al momento è un Leonardo Deplano che continua a mantenere livelli di eccellenza assoluta, mentre il nome nuovo potrebbe essere Giovanni Carraro.

Alberto Razzetti può provarci, sia nei misti che nei 200 farfalla. Puntare all’oro quando, nei 200 farfalla, il tuo avversario si chiama Milak e nei 200 e 400 misti il tuo avversario si chiama Marchand, è molto difficile ma almeno un podio è alla portata del nuotatore ligure che a Riccione ha dimostrato di essere sulla strada giusta anche se magari gli è mancata la continuità di rendimento.

GLI OUTSIDER. Federico Burdisso il colpo in canna lo ha sempre. Andrà certificata la qualificazione ma il bronzo olimpico è apparso in ottima condizione a Riccione e tanta strada potrà farla da qui a luglio, dove, oltre alla frazione a farfalla della staffetta, può puntare a un 200 di qualità.

Federico Poggio ha fatto vedere a Riccione quanto vale e a Roma quando è in grado di rendere al meglio quando conta. I 100 rana sono il suo pane e scendere verso il 58” basso potrebbe essere il limite oltre il quale si può sognare qualcosa di veramente importante.

Sara Franceschi sembra aver raggiunto la solidità psicologica e fisica per poter puntare anche ad un grande risultato a livello internazionale. Molto più facile riuscirci sui 400 che sui 200 misti dove il suo record italiano vale l’ottavo tempo stagionale, per ora. Serve un ulteriore step ma la strada è quella giusta.

Foto Lapresse

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