Nuoto
Nuoto, Lorenzo Zazzeri: “Ora il cuore sta bene, mi vedo anche oltre Parigi. Avremo sempre meno polivalenti”
Lorenzo Zazzeri è tornato. Il nuotatore toscano ha finalmente riassaporato le emozioni delle gare, ritrovando la sua amata acqua e tuffandosi nuovamente in una piscina. Sono stati cinque mesi complicati, dopo lo shock anafilattico che lo ha costretto ad uno stop completo. Il velocista azzurro ha raccontato quei momenti in una lunga ed interessante intervista a Swim 2U, il programma condotto da Enrico Spada ed Aglaia Pezzato, in collaborazione con OA Sport e Sport 2U.
Un grosso spavento ed anche una grossa paura per Zazzeri, che ha avuto come detto uno shock anafilattico dopo aver ingerito un alimento in Sardegna a settembre dello scorso anno. Dopo il ricovero ed alcune indagini della Federazione e del CONI si sono scoperti anche dei valori sballati all’interno del sangue, che hanno fatto pensare anche a dei problemi cardiaci, portando allo stop dell’atleta: “Io sto bene. Il peggio ormai è passato. A livello di salute fisica e anche mentale sono in ripresa, anche se non sono ancora al 100%. Sto avendo comunque dei buoni segnali dal mio fisico anche in allenamento. Il mio cuore sta bene ed è in perfetta salute. Questo ha comportato comunque un periodo di stop di cinque mesi e non è stato facile restare tranquillo e sereno, visto che non avevo il punto di riferimento su quando poter rientrare”.
Il velocista toscano guarda sempre alle cose positive e ne ha trovate anche alcune in questo complicato momento: “Guardando il bicchiere mezzo pieno: se proprio mi doveva succedere una cosa così, il momento ideale era proprio quello lì. Venivo da due stagioni molto impegnative e la prossima è ancora più importante. Provando a rimanere positivi, secondo me questo momento di pausa può anche giovarmi per il prosieguo della stagione e anche per il prossimo anno”.
Uno stop lungo e nel quale Zazzeri non ha mai potuto fare sport, impiegando il suo tempo in altre attività: “Io non potevo fare esercizio fisico, non solo andare a nuotare, ma anche proprio correre e fare qualsiasi attività. Questo ha portato sicuramente ad un’instabilità mentale, perché fare il nuotatore è uno stile di vita. Quando ti viene levato lo sport diventa tutto difficile. Mi sono stati vicino la mia famiglia, il mio allenatore, l’Esercito, gli organi federali. Grazie a tutti, compresi i compagni di squadra, è stato sicuramente più facile affrontare la situazione. Ho dovuto stravolgere completamente la mia vita, provando comunque a prendere le cose positive e sfruttando le possibilità che mi ha dato questo periodo, iscrivendomi anche all’Accademia delle Belle Arti, dedicandomi dunque ad un’altra passione”.
Il Trofeo di Firenze, la gara di casa, è stato importante per tornare finalmente a riscaldare i motori e rivivere le emozioni in vasca: “É stato un momento per confrontarsi con i miei compagni e avversari. Ho sentito proprio il fuoco dentro del pubblico scaldarsi. La settimana successiva ero morto in acqua, visto che avevo solo un mese e mezzo di allenamento. Io comunque non ho mollato e da quella dopo ho cominciato ad ingranare, con le simulazioni di gara che sono venute molto bene”.
Da sempre grande protagonista nelle staffette, il velocista azzurro punta ad essere ancora più competitivo individualmente sia negli amati 50 che nei 100 stile: “Da Tokyo in poi l’obiettivo è quello di realizzarmi anche a livello individuale. Ho avuto una carriera molto graduale, avendo avuto miglioramenti anno dopo anno. Sentendomi così bene, la mia carriera la vedo anche oltre Parigi e quindi punto ad essere protagonista anche individualmente. Va detto che la concorrenza nei 100 è davvero spietata, ci sono moltissimi ragazzi che nuotano 47” con estrema facilità. Lo standard si è alzato e dovrò lavorare di più. Il 50, invece, mi viene molto più naturale e posso considerarla la mia gara. Le staffette restano comunque una cosa a cui tengo moltissimo e sono la rappresentazione dell’intero movimento”.
Una riflessione finale sul nuoto mondiale: “Il nuoto sta volvendo verso l’ultra specializzazione. Il livello si sta talmente alzando in ogni singola disciplina e quindi è difficile trovare una persona che è competitiva in più gare. C’è anche il problema della gestione del programma gare ed infatti anche lo stesso Thomas (Ceccon, ndr) deve a volte scegliere, visto che lui è sempre uno che corre per vincere. Tra vent’anni la vedo veramente dura che si troveranno atleti che saranno capaci di essere competitivi in più gare. Io personalmente preparo 50 e 100, con la motivazione e l’ambizione di far parte di un gruppo davvero eccezionale. Non è scontato comunque che un velocista riesca a fare 50 e 100 stile libero allo stesso livello mondiale”.
VIDEO: L’INTERVISTA A LORENZO ZAZZERI