Nuoto
Nuoto, Sara Franceschi: “Ho pensato di smettere, ma dalle difficoltà ne sono uscita più forte!”
Dalla spensieratezza della ragazzina alla responsabilità della donna. Non è mai facile il passaggio che porta dal sogno alla realtà e nel mondo dello sport di alto livello, in ambito femminile, c’è da fare i conti con un corpo che cambia, nella forma e nel “colore”, in trasformazione, ricordando un pezzo dei Litfiba. È stato il caso di Sara Franceschi, atleta specialista dei 200/400 misti, che alle Olimpiadi di Rio 2016 fu l’atleta più giovane a prendere parte alla rassegna a Cinque Cerchi.
Una fase in cui tutto era facile e sembrava di essere nel “Paese dei balocchi“. Dopo di che, anni di buio, dovendo affrontare i problemi di peso, il mutamento del suo essere e le difficoltà dell’adolescente che stava diventando donna a tutti gli effetti. Un percorso nel quale il grande amore per il nuoto ha prevalso e Sara è riuscita a qualificarsi per la sua seconda Olimpiade a Tokyo e a mettere insieme risultati di un certo livello. Di seguito l’elenco delle medaglie:
- Argento negli Europei 2021 in vasca corta a Kazan (Russia);
- Oro nei 200 e nei 400 misti ai Giochi del Mediterraneo 2022 a Orano (Algeria);
- Bronzo nei 200 misti agli Europei 2022 di Roma;
- Argento nei Mondiali 2022 in vasca corta a Melbourne (Australia).
Nel 2023 c’è da qualificarsi ai Mondiali in vasca lunga a Fukuoka (Giappone), finora una sorta di tabù per l’azzurra, per programmare il tutto in vista dell’annata olimpica ricca di eventi e in cui l’appuntamento di Parigi ha chiaramente la priorità. Si è un po’ svelata Franceschi nell’ultima puntata di Swim2U, su Sport2U in collaborazione con OA Sport, condotta da Enrico Spada e da Aglaia Pezzato.
In primis, il racconto di quanto è accaduto, dalle luci di Rio 2016 al buio degli anni successivi: “Nel 2016 ero la più giovane, catapultata tra i grandi. Dopo quell’esperienza i risultati non venivano, il mio fisico era cambiato e non riuscivo a trovare l’equilibrio giusto che mi rendeva felice. Poi c’è stato anche il Covid che ha reso il tutto più complicato, costringendomi al lavoro a secco, aspetto dell’allenamento che mi piace decisamene poco. Dopo quel periodo buio, ho deciso di curare in maniera molto attenta l’alimentazione, rivolgendomi anche a degli specialisti del settore, e ho trovato le sensazioni migliori per presentarmi agli Assoluti del 2021 e qualificarmi ai Giochi di Tokyo del 2021. Ammetto che il rinvio di un anno delle Olimpiadi, mi ha dato modo di maturare ulteriormente quanto stesse accadendo, arrivando meglio ai campionati dove mi giocavo il pass“.
Un risultato che poi ha dato grande consapevolezza: “Da quel momento poi sono arrivati riscontri internazionali a Europei, Giochi del Mediterraneo e Mondiali in vasca corta e quindi ho preso più coscienza delle mie qualità“.
Si è poi approfondito un tema importante, ovvero quello della trasformazione del corpo di un’atleta, competitiva già dalla giovanissima età e costretta a fare i conti con i mutamenti del proprio fisico: “Parlo per esperienza personale, quando sei più giovane, ti senti una piuma in acqua, mangi quello che vuoi e non prendi neanche mezzo etto. Ti viene tutto facile perché hai la testa libera da mille pensieri e paranoie, il risultato arriva e si riesce a recuperare più facilmente. A 17/18 anni c’è quel cambiamento e nel mio caso mi sono ritrovata da un anno all’altro ad avere sei/sette chili in più e non mi muovevo più in acqua. E’ stato molto difficile, ovviamente il mio allenatore/padre è stato quello che ci ha sempre creduto, invitandomi ad avere pazienza. Ho passato due anni complicati perché agli allenamenti non ci volevo più andare, ho pensato di smettere, c’è stata di mezzo la Maturità e anche quella è stata impegnativa perché ho fatto la scuola pubblica normale ed ero un’alunna come tutte le altre. Sono comunque riuscita ad andare avanti. Superando tutti questi ostacoli, con grande voglia di fare, ho trovato un po’ la strada anche perché stiamo parlando del nuoto, che richiede tanto sia dal punto di vista fisico che motivazionale. Ho cercato di chiedere aiuto a medici/nutrizionisti vari e ho trovato il mio giusto equilibrio, come detto“.
Focus poi sulla parte agonistica e su come 200 e 400 misti siano in grande fermento: “Il livello internazionale, con l’uscita di scena di Katinka Hosszu, si è alzato in maniera esponenziale e c’è ora un fenomeno come Summer McIntosh che nei campionati canadesi ha realizzato un record del mondo pauroso nei 400 misti. Personalmente, mi sento più predisposta per la gara più lunga, ma con l’allenamento so fare anche bene i 200 misti. Alla fine dipende anche dalla condizione in cui si arriva all’evento, ovviamente la gestione dei 400 misti è molto complicata perché racchiude quattro stili, distribuiti ogni 100 metri e non è affatto semplice“.
Sara ha poi parlato anche di come si dovrebbe un po’ cambiare mentalità, relativamente alla gestione da parte degli atleti delle gare negli Assoluti: “A mio avviso dovremmo abituarci a spingere già dal mattino perché poi ci ritroviamo a livello internazionale una cosa del genere. Un messaggio che rivolgo, in primis, a me stessa, e sono consapevole che due 400 misti spinti nello stesso giorno non sono semplici. Tuttavia, visto quanto accade all’estero, credo che questa cosa dovrebbe essere un’abitudine“.
A chiusura gli obiettivi: “In primis, ottenere la qualificazione ai Mondiali in vasca lunga, visto che in passato per un motivo o per l’altro non sono mai riuscita a essere presente. A seguire pensare a una stagione 2023-2024 ricca di eventi, in cui ovviamente le Olimpiadi di Parigi saranno il principale obiettivo. Il traguardo è quello di arrivare in tutti gli eventi internazionali in Finale e poi giocarmi le carte come ho fatto ultimamente“.
VIDEO INTERVISTA A SARA FRANCESCHI
Foto: LaPresse