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Ciclismo
Parigi-Roubaix 2023: outsider e possibili sorprese. Tanti i candidati per la corsa più imprevedibile dell’anno
Mancano ormai meno di 48 ore al via della 120a edizione della Parigi-Roubaix. La terza Monumento dell’anno, per molti la più affascinante, per tutti la più dura, eroica e forse anacronistica. 256,6 km da Compiegne fino al mitico Velodromo di Roubaix, oasi di salvezza dopo ore passate tra pietre, sabbia, fango e strade di campagna.
Per una corsa in cui la variabili sono tante e difficilmente prevedibili, la lista dei favoriti è piuttosto ampia e l’abbiamo analizzata qui. Data dunque la natura incerta, incalcolabile e talvolta beffarda della Parigi-Roubaix, è necessario tenere in considerazione anche molti “outsider”. Seppur l’albo d’oro sia ricchissimo di nomi altisonanti, non sono mancate nel corso degli anni delle vittorie quanto meno sorprendenti e difficilmente pronosticabili.
Iniziamo dunque con chi questa corsa ha già dimostrato di saperla interpretare, salendo anche sul podio in passato, pur rimanendo però ad un passo dalla leggenda. Parliamo di Nils Politt, secondo alle spalle di Philippe Gilbert nel 2019 e Florian Vermeersch, battuto in volata da Sonny Colbrelli nella mitica edizione del 2021. Il tedesco è un attaccante di natura, mentre il secondo è sempre stato a suo agio sui terreni più difficili. Difficilmente arriveranno a fine tracciato senza provare almeno una volta ad allungare ed evadere dal gruppo.
Abbiamo aperto con due che sono andati vicini alla vittoria, finendo solo per sfiorarla. Il “capostipite” di questa categoria non può che essere Sep Vanmarcke, già secondo in un’occasione, tre volte quarto ed una volta sesto. Il fiammingo potrebbe rimanere uno dei migliori interpreti del pavé a non aver mai vinto una Monumento e quella di quest’anno potrebbe essere per lui l’ultima occasione, avendo dimostrato ottima gamba nelle settimane passate.
Tra i corridori che si stanno costruendo una carriera come ottimi interpreti delle classiche c’è senza dubbio Anthony Turgis. Il francese potrebbe essere la carta più interessante per una TotalEnergies in cui figurerà anche Peter Sagan, con ogni probabilità all’ultima apparizione in una Classica Monumento nella sua scintillante carriera. Lo slovacco potrebbe provare a centrare un ultimo acuto ma tanto lui quanto un altro ex-vincitore come Greg van Avermaet non sembrano essere al meglio.
La Roubaix non è certo corsa che si possa decidere allo sprint ma, se dovessero trovarsi nel gruppo di testa una volta arrivati nel Velodromo potrebbero di certo essere molto pericolosi atleti veloci che hanno dimostrato di saperci fare sulle pietre come Arnaud de Lie, Jasper Philipsen, Tim Merlier ed Alexander Kristoff, per completare un cerchio iniziato con le vittorie alla Sanremo del 2014 ed al Fiandre del 2015.
Chiudiamo con una carrellata di nomi che potrebbero trovare la “giornata della vita” magari anche approfittando di condizioni favorevoli e di studio o immobilismo tra i big: su tutti Taco van der Hoorn dell’Intermarché o i componenti della sorprendete Movistar, Oier Lazkano e Ivan Garcia Cortina. Poi ancora Mikkel Bjerg, Tom Devriendt e Jonas Rutsch, fino agli italiani Jonathan Milan, Matteo Trentin e Davide Ballerini, la cui condizione è da verificare dopo la caduta nel finale del Giro delle Fiandre.
Foto: LaPresse