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Oltre Cinquecerchi
Scacchi, chi è Ding Liren? Il nuovo Campione del Mondo che non avrebbe nemmeno dovuto giocare: l’incredibile storia
La storia di Ding Liren, o meglio dell’ultimo anno del cinese, appena diventato il nuovo Campione del Mondo di scacchi, è di quelle che verranno raccontate a lungo nel corso degli anni. Il numero 3 del mondo, infatti, è riuscito a giungere al massimo alloro della scena scacchistica globale attraverso una serie di evenienze che forse ha pochi precedenti anche nella storia di tanti sport esistenti al mondo.
Facciamo un salto indietro nel tempo, e precisamente al 21 marzo 2022. In quel momento Ding Liren è in Cina: sa di essere fuori dal ciclo mondiale per il 2023. Una variabile, però, interviene a cambiare tutti i piani. Si chiama Sergey Karjakin. Il russo, oltre a esser stato sfidante al titolo nel 2016, perdendo solo agli spareggi rapid a New York, proprio all’inizio della guerra mossa dalla Russia contro l’Ucraina si è schierato su posizioni chiaramente favorevoli all’intervento armato nel Paese in cui era nato (è di Sinferopoli, in Crimea, che dal 2014 è occupata dai russi). Karjakin, che ha rappresentato l’Ucraina fino al 2010 e poi è passato con la Russia, è stato duramente criticato da larghissima parte della comunità scacchistica, e a causa delle posizioni espresse è stato sospeso per sei mesi da tutti gli eventi FIDE. Per tale ragione, gli è stata preclusa la possibilità di giocare il Torneo dei Candidati di Madrid dal 16 giugno al 5 luglio 2022.
Si è reso così necessario trovare un ottavo partecipante all’evento. Con Karjakin fuori, il criterio è diventato quello del miglior rating ELO medio nella classifica FIDE del maggio 2022, basato su un campione di almeno 30 partite a cadenza classica tra giugno 2021 e il mese citato. Problema: il cinese, per i problemi legati al lockdown, dopo i Candidati di Ekaterinburg 2020-2021 aveva soltanto quattro confronti a tempo normale da mostrare al pubblico. Il problema l’ha risolto la Federazione cinese, che gli ha organizzato due tornei competitivi e un match con Wei Yi per fargli raggiungere la quota necessaria al fine di andare in Spagna. La qualificazione, in verità, è giunta il 6 maggio in via ufficiale: in quel giorno un appello presentato dalla Federazione russa per conto di Karjakin (che, per la verità, non era propenso a farlo) è stato respinto.
E a Madrid ci è arrivato, sebbene di fatto con notevole affanno. Durissimo il colpo della prima partita, persa contro Ian Nepomniachtchi senza capire molto di un attacco molto deciso contro il lato di Re capace di portarlo all’abbandono dopo 32 mosse, e con il Bianco. Passata la prima metà di torneo con tutte patte, nella seconda è riemerso battendo, tra il nono e l’undicesimo turno, il polacco Jan-Krzysztof Duda, l’ungherese Richard Rapport e Fabiano Caruana tutti insieme. Fermando le velleità dell’italoamericano di andare a prendere Nepomniachtchi, Ding si è poi dovuto arrendere a sorpresa contro l’azero Teimour Radjabov. All’ultimo turno ha giocato contro Hikaru Nakamura: il popolare americano era al ritorno agli scacchi classici dopo una lunghissima pausa e aveva dimostrato di non aver perso lo smalto pur diventando popolarissimo con il suo canale su Twitch e le partite lampo. Nakamura era secondo, ma Ding gli ha portato via quel punto necessario a prendersi la piazza d’onore. Tutto inutile, in apparenza, perché Nepomniachtchi, per la seconda volta, avrebbe sfidato Magnus Carlsen.
Solo che la seconda sfida tra il norvegese e il russo non vedrà mai la luce. Il 20 luglio, infatti, il numero 1 del mondo dal 2010 ha dichiarato di voler dar seguito a quanto espresso nei mesi precedenti. In altre parole, ha rinunciato formalmente al match per il Campionato del Mondo, ribadendo ulteriormente quanto già dichiarato in precedenza: senza il nome di Alireza Firouzja, grandissimo talento iraniano diventato francese dopo una serie di vicende assurde, Carlsen non ci sarebbe stato. Detto, fatto. L’ha annunciato il 20 luglio, l’ha ribadito più avanti in forma scritta. Il 31 ottobre 2022, è risultato ufficiale che, come da regolamento, il secondo dei Candidati, Ding Liren, avrebbe sfidato Nepomniachtchi. L’unica altra occasione in cui il Campione del Mondo non aveva giocato per difendere il suo titolo si era verificata nel 1948. Nel torneo a cinque per la prima volta iridata del dopoguerra, infatti, non c’era Alexander Alekhine perché, nel 1946, questi era morto a Lisbona. Diverso fu il caso di Bobby Fischer, che rifiutò di giocare nel 1975 contro Anatoly Karpov dopo aver visto respinte le sue richieste inoltrate alla FIDE. Ma quella fu considerata sconfitta a forfait.
Ian Nepomniachtchi contro Ding Liren. Russia (sotto bandiera FIDE) contro Cina, dunque. Cina che, fino a questo momento, aveva espresso diverse campionesse mondiali nel femminile: Xie Jun, Zhu Chen, Xu Yuhua, Hou Yifan, Tan Zhongyi, Ju Wenjun. Ma un uomo non era mai arrivato tanto in alto. La Cina aveva vinto due titoli olimpici maschili e sei femminili, ma un contendente al titolo di Campione del Mondo assoluto non l’aveva mai avuto.
E la corsa di Ding Liren non è stata per nulla semplice. Sconfitto con il Bianco nella seconda partita, è apparso sull’orlo di un precipizio che in molti avevano visto come preludio della sua prossima fine. Invece è risorto una prima volta, con una vittoria da collezione nella quarta grazie a uno spettacolare sacrificio di qualità (Torre per Cavallo e pedone) al fine di immobilizzare, di fatto, Nepomniachtchi con il Nero. Di qui è seguita una serie incredibile di risultati. Vittoria di Nepo nella quinta, risposta di Ding nella sesta, colpo ancora del russo nella settima con annesso ulteriore dramma scacchistico, nel senso che il cinese si è ritrovato con 45 secondi sull’orologio per le ultime 8 mosse e, logicamente, ha distrutto il proprio stesso vantaggio. Dopo una serie di patte, tra partite lunghe e corte, alla 12a è arrivato il pareggio grazie a un clamoroso svarione di Nepomniachtchi. Dopo la patta da oltre sei ore e mezza alla quattordicesima, è giunto il momento degli spareggi. Una, due, tre partite. Parità apparentemente inscalfibile. Fino agli ultimi minuti della quarta partita rapid, girata improvvisamente a favore di Ding.
In breve, Ding Liren non avrebbe dovuto giocare il Torneo dei Candidati. Lo ha disputato ed è arrivato secondo. Non si sarebbe dovuto giocare il titolo mondiale. La rinuncia di Magnus Carlsen gli ha aperto le porte. Nel confronto con Nepomniachtchi è stato sempre lui a dover recuperare. Ed è passato in vantaggio soltanto nell’ultima partita. Quella decisiva. Ed ora sorride, insieme proprio a quel Rapport che aveva battuto a Madrid e che, ad Astana, gli ha fatto da secondo.
Foto: FIDE / Anna Shtourman