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Tennis
Tennis, Barazzutti: “Sinner, già a Montecarlo qualcosa non andava. Musetti ci farà divertire perché…”
Un parere interessato. Siamo entrati nella stagione della terra rossa, parlando del massimo circuito internazionale del tennis. Il Masters1000 di Montecarlo è già alle spalle e in casa Italia si può sorridere per certi versi, ma ci si può rammaricare per altri.
Nel Principato Jannik Sinner è andato vicino al suo primo sigillo in un 1000, come del resto già gli era accaduto a Indian Wells e a Miami. L’azzurro si è dovuto inchinare a uno scatenato Holger Rune, che poi in Finale non è stato altrettanto lucido e risoluto, battuto da un concreto Andrey Rublev, a segno per la prima volta in carriera in un torneo di questa tipologia.
Segnali di ripresa sono arrivati anche da Lorenzo Musetti, che ha impressionato tutti per la vittoria contro il n.1 del mondo, Novak Djokovic, spingendosi fino ai quarti di finale dove, giunto troppo scarico fisicamente e mentalmente, non ha saputo opporre troppa resistenza a Sinner. Brutte notizie, invece, per Matteo Berrettini costretto a un nuovo stop per problemi fisici. Di questo si è parlato con Corrado Barazzutti, ex grande giocatore di alto livello ed ex capitano di Coppa Davis e di Fed Cup.
Barazzutti, bentrovato ai nostri microfoni. Segue sempre con interesse il tennis?
“Assolutamente sì, lo sguardo è sempre molto attento“.
Bene, fa al caso nostro. A Barcellona possiamo festeggiare un altro derby tutto tricolore nei quarti di finale tra Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, dopo quanto accaduto a Montecarlo. Ci dobbiamo abituare?
“Direi proprio di sì. Sinner quest’anno sta esprimendo una continuità di rendimento incredibile e Musetti sembra uscito dal periodo di sfiducia, ma sul suo valore mai avuto alcun dubbio“.
Parlando di Jannik, lo abbiamo visto un po’ stanco e in conferenza stampa ha detto di aver sofferto i crampi. Secondo lei avrebbe dovuto riposarsi, piuttosto che prendere parte anche al torneo di Barcellona, visto che ha giocato moltissimo nell’ultimo periodo?
“Da esterni è sempre difficile sapere e poi è circondato da un team assai qualificato. Effettivamente, penso che avrebbe potuto anche saltare l’impegno di Barcellona, dal momento che già a Montecarlo io mi ero reso conto di qualcosa che non andava“.
A cosa si riferisce?
“Nella semifinale contro Rune, specie nel terzo set, io l’ho visto molto stanco e il suo rendimento al servizio è molto calato, al pari dell’efficienza da fondo. Se vediamo il primo set, aveva dominato e preso a pallate il danese“.
Non pensa a questo proposito che anche il mutamento delle condizioni meteorologiche abbia inciso?
“Sicuramente, però io penso che il problema principale fosse che Jannik colpiva con meno intensità, mentre il suo avversario spingeva come un treno e lo aggrediva soprattutto sulla sua seconda in battuta“.
A proposito di servizio, resta un po’ l’anello debole della catena. E’ d’accordo su questo e sul fatto che, perdendo fiducia con il fondamentale, poi ne risenta sul resto?
“Alla fine dipende sempre contro chi giochi. Se dall’altra parte del campo c’è Rune, è chiaro che il rendimento al servizio deve essere massimale e Jannik con quel colpo non ha ancora la giusta continuità perché, come detto, quando è più stanco fatica a essere preciso e quindi è più soggetto all’errore. Anche nella partita di Barcellona contro Nishioka: ottimo primo set e rendimento al servizio, poi le forze sono venute meno e l’ha portata a casa perché di testa è un campione“.
Parlando di testa e di continuità, si pensa che tali caratteristiche siano lontane da Musetti. Cosa ne pensa?
“Mi lasci dire che non sono d’accordo. Sicuramente, Musetti è un tennista che ora è soggetto a qualche alto e basso anche perché il suo stesso tennis è molto esigente, però secondo me sarà in grado di fare grandissime cose ed uno dei tennisti più forti dal punto di vista tecnico al mondo. Per il momento, l’ha fatto vedere a sprazzi, ma vedrete che ci farà tanto divertire perché ha capacità non comuni“.
Sa che a proposito di Lorenzo si è parlato tanto di “Super coach”, lei come si schiera?
“E’ un qualcosa che deve partire dal giocatore. Per me la scelta deve essere tale per andare ad arricchire perché altrimenti crea confusione. Musetti ha Simone Tartarini ed è bravissimo, lo conoscono e non posso che parlarne bene. Non penso che, ora come ora, abbia questa necessità, visto che lui deve assestarsi, non integrare“.
A proposito di assestamento, non si può dire questo sul conto di Berrettini, costretto a un nuovo stop. Come la vede?
“E’ una situazione complicata, ma del resto non si può far altro che lavorare per recuperare. Nel caso di Matteo, chiaramente, va fatto anche un discorso di prevenzione, ma non penso che non lo facciano. E’ una questione in cui è difficile valutare da fuori“.
Foto: LiveMedia/Matthieu Mirville/DPPI