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Tennis, Jannik Sinner: “Lo Slam è nel mirino, devo mettere benzina nel serbatoio ad ogni match”

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Jannik Sinner

È cominciato con una vera e propria ovazione l‘ATP Montecarlo di Jannik Sinner, accolto in terra monegasca dal tripudio dei propri tifosi. La splendida prestazione di Miami ha puntato ancora di più i riflettori sul talento altoatesino, diventato ormai osservato speciale nella scena tennistica internazionale. Proprio prima di cominciare a fare sul serio al Principato, l’atleta ha concesso una lunga intervista ai microfoni de Il Corriere della sera, dove si è raccontato a tutto campo.

In prima battuta Sinner ha commentato la grande accoglienza dei fan, parlando poi della costante crescita del tennis italiano in termini mediatici: “Lo vedo, lo sento, mi fa piacere. Qui a Montecarlo, poi, i tanti tifosi italiani creano un’atmosfera molto positiva. Vivere insieme le emozioni mi è sempre piaciuto. Competere con la popolarità del pallone, da noi, è una missione impossibile. È lo sport nazionale: neanche mi ci metto. Però grazie a questa generazione di azzurri — io, Berrettini, Musetti e gli altri — il tennis si sta facendo largo. Sento che siamo più presenti, c’è più tifo ma anche più aspettative. E mi sta bene“.

Jannik ha poi parlato dei suoi obiettivi, tra cui figura anche il successo in uno Slam: “Lo Slam è nel mirino, naturalmente. Il traguardo di tutto il lavoro quotidiano con il team è quello: i successi nascono da lì e dalla capacità di imparare dagli errori. Diciamo che sto investendo. Ho fatto vedere di essere pronto per andare lontano. Come? Fisicamente sto bene, recupero più in fretta tra i punti, gestisco meglio i match“.

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Tra i vari argomenti l’azzurro ha affrontato un tema caldo come la sua rivalità con Carlos Alcaraz: “La prima volta ci siamo affrontati nel Challenger di Alicante, era il 2019, vinse Carlos. Dopo la partita mi avvicinai: quanti anni hai? Da quanto tempo ti alleni tutti i giorni? Insomma gli ho chiesto un po’ di cose perché era chiaro che Alcaraz fosse un tipo particolare. Posso garantire: in campo, fa impressione. Ogni volta che gioco con lui imparo qualcosa: da Indian Wells a Miami, ad esempio, ho inserito dentro il mio tennis piccole cose, dettagli, a costo di sbagliare di più. Ha funzionato. Il percorso è questo: mettere nel serbatoio nuova benzina ogni match“.

In ultimo il nativo di San Candido ha analizzato come è cambiato il suo tennis dopo l’inizio della collaborazione con il nuovo team tecnico formato da Vagnozzi e Cahill: “Il cambiamento è metabolizzato: in campo mi sento più tranquillo, abbiamo trovato il giusto equilibrio in un gruppo di lavoro che non ha un capo, siamo tutti alla pari. C’è un problema? Lo si affronta insieme. Se sulla tecnica forse c’è da lavorare, sulla tattica mi sento migliorato. Giocare tutti i giorni a carte, a una strana Scala 40 dove devi scendere a 51 punti o a burraco, aiuta. Io di tennis parlerei per giorni interi ma ogni tanto è necessario staccare

Foto: Shutterstock

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