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Tennis, Lorenzo Musetti è il settimo italiano ad aver battuto Novak Djokovic. I precedenti

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Alcune sono vittorie note, altre meno. Parliamo dei precedenti legati agli italiani in grado di battere Novak Djokovic sul circuito professionistico. Un elenco, questo, che si è aggiornato in quel di Montecarlo con l’approdo ai quarti di finale (e annesso derby) di Lorenzo Musetti. Andiamo però con ordine, perché questa storia parte da vent’anni fa.

Nel 2003 il serbo aveva appena mosso i primi passi sul circuito professionistico. Poco più di 16 anni, era al terzo Satellite della sua carriera e si trovò davanti Manuel “Manolo” Jorquera, un giocatore nato a Bahia Blanca, in Argentina, che dagli 11 anni si trasferì in Italia e ha sempre giocato per il Bel Paese. Jorquera, che vinse per 6-4 6-7(7) 6-2, è ad oggi il giocatore con la classifica più alta ad aver mai battuto Djokovic. Un primato particolare per un giocatore che ha giocato soltanto una volta in un tabellone principale ATP, a Umago 2004 e in doppio con il rumeno Victor Hanescu.

Proprio in quell’edizione del celebre torneo croato l’allora giovane promessa del tennis passò le qualificazioni (battendo in rimonta proprio l’uomo che abbiamo appena citato) e si trovò di fronte Filippo Volandri. Il livornese non solo era arrivato in finale l’anno precedente (perse una partita incredibile contro Carlos Moya), ma aveva già acquisito un valido status di giocatore non facile da battere sulla terra rossa. Djokovic resse bene per un set, poi fu 7-6(5) 6-1. Quello è rimasto l’unico confronto in carriera tra i due.

ATP Montecarlo, Lorenzo Musetti ha sconfitto il n.1 del mondo Novak Djokovic. I precedenti della storia

Ci sono poi due successi non sempre citati, ma che vale la pena ricordare anche se all’ATP non piacciono perché avvenuti nelle qualificazioni. Al secondo turno di quelle del Masters Series (com’erano noti allora i Masters 1000) di Montréal 2005, Davide Sanguinetti, che fu autore di una bella estate culminata con gli ottavi agli US Open, riuscì a sconfiggere Djokovic in una lotta decisamente dura, finita 6-4 4-6 6-4 a favore del classe 1972 di Viareggio, poi sconfitto in una partita stranissima dall’argentino Gaston Gaudio al primo turno in main draw.

Chi era al Foro Italico di Roma in una domenica di maggio del 2006 la partita che segue la ricorda bene e alle volte l’ha anche tramandata: su YouTube esistono ancora tre video che raccontano qualche frammento di quel secondo turno di qualificazioni in cui si sente chiaro e forte l’incitamento del pubblico. Fabio Fognini vinse per 7-6(4) 1-6 6-3 e si regalò il tabellone principale, in cui fu poi eliminato dallo svedese Thomas Johansson, famoso per aver vinto gli Australian Open quattro anni prima praticamente a sorpresa. Djokovic, però, per uno strano paradosso poté andare molto lontano al Roland Garros poche settimane dopo: giunse ai quarti battendo Luis Horna (Perù, ritiro), Fernando Gonzalez (Cile, in cinque set), Tommy Haas (Germania) e Gael Monfils (Francia, la sfida dei rampanti al tempo). Poi vennero Rafael Nadal, due set e il ritiro.

Cosa sia successo poi al Roland Garros 2018 è noto a chiunque abbia conoscenza delle vicende del tennis italiano negli ultimi cinque anni. Un periodo difficile che se ne stava andando, quattro buone partite, i quarti di finale raggiunti e un avversario a sorpresa. Sembrava tutto buono per Djokovic al fine di tornare ai piani alti. Invece Marco Cecchinato, siciliano nei migliori mesi della sua vita tennistica, fu in grado di sfoderare gli artigli. 6-3 7-6(4) nei primi due set, poi il terzo perso di netto per 6-1 e, infine, il tie-break del quarto, vinto tra mille emozioni per 11-9. In campo maschile un italiano aveva appena raggiunto una semifinale Slam per la prima volta dopo quarant’anni. Il serbo ebbe però modo di rifarsi di lì in avanti, perché da Wimbledon e US Open non si è più fermato (di nuovo).

La conclusione di questa vicenda la regala Lorenzo Sonego, o meglio quel match particolarissimo dei quarti dell’ATP 500 di Vienna. Il torinese si trovò davanti una versione del serbo che non era propriamente concentrata al massimo. Nonostante questo, non si fece distrarre: 6-2 6-1, lo scarto più netto mai rifilato da qualsiasi avversario al serbo. Il quale ammise che di stimoli, dopo aver assicurato alla propria persona il numero 1 a fine anno, non ne aveva più. Sonego, ad ogni modo, giocò una partita di grande valore tecnico, e non concesse alcuno sconto prima di giungere anche fino alla finale.

Foto: LiveMedia/Matthieu Mirville/DPPI – LivePhotoSport.it

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