Tennis
Tennis, Pescosolido: “Pazzo chi giudica Sinner perdente. Berrettini ha una propensione a farsi male”
Raccontare e giudicare. Quattro mesi circa sono trascorsi in questo 2023 e nel tennis non c’è un attimo di tregua. I tornei si susseguono senza soluzione di continuità e in casa Italia si può sorridere per un Jannik Sinner eccezionalmente continuo e per un Lorenzo Musetti che segnali apprezzabili ne sta dando, dopo che nei primi 90 giorni della nuova annata aveva raccolto ben poco.
In tutto questo tiene banco la questione “Matteo Berrettini”. Il romano è stato costretto a fermarsi nuovamente e gli addominali sono ancora il punto dolente. Non si sa quando vedremo nuovamente in campo il classe ’96, ma è chiaro che la stagione sulla terra rossa è a forte rischio, ivi compresa la presenza al Roland Garros.
Ad analizzare questi temi e quello che ruota attorno allo sport con racchetta e pallina, ci siamo rivolti a Stefano Pescosolido, ex giocatore di ottimo livello (n.42 del mondo come miglior ranking nel 1992) e competente voce tecnica di Sky Sport.
Stefano, bentrovato. Ci si sporca le scarpe stavolta parlando di terra rossa e non solo, preparato?
“Prontissimo“.
Parliamo di Sinner e facciamo un bilancio. Una parte di appassionati lo definisce un perdente, lei che cosa ne pensa?
“Che in Italia siamo pazzi se pensiamo questo. Mi domando come si possa arrivare a una conclusione del genere con un tennista che in un mese arriva in semifinale a Indian Wells, in Finale a Miami e in semifinale a Montecarlo, cosa che nessuno dei giocatori in circuito è riuscito a fare“.
Come si spiega allora perché finora il titolo 1000 non sia ancora arrivato?
“Perché ha incontrato sulla sua strada tennisti che in quel momento si sono dimostrati migliori, parliamo di Alcaraz, Medvedev e Rune, non di giocatori qualunque. Per di più, lo spagnolo l’ha anche battuto a Miami, dove aveva vinto l’anno scorso, senza dimenticare le vittorie contro Tsitsipas a Rotterdam e Fritz a Indian Wells. E’ vero non c’è stato il titolo, ma penso che per un giocatore che arriva costantemente nelle semifinali e nelle Finali 1000, il sigillo sia solo questione di tempo“.
Tra quelle sconfitte forse quella contro Rune può bruciare maggiormente?
“Può darsi, anche se contro Medvedev era una Finale, ma c’era arrivato praticamente svuotato dalle energie psicofisiche della partita contro Alcaraz. Una cosa che, tra l’altro, è capitata allo stesso Rune contro Rublev a Montecarlo. Indubbiamente nel Principato aveva buone possibilità per vincere, ma contro il danese è stata anche una partita strana: le condizioni atmosferiche, il fatto che lui si sia un po’ troppo rilassato all’inizio del secondo set, dando modo all’avversario di crederci ancora e il clima un po’ da corrida. Sono cose, però, che fanno parte di questo sport e Sinner sono convinto che ne farà tesoro“.
Approfondendo il “tema Musetti”, secondo lei il peggio è alle spalle?
“Lorenzo non è che abbia disimparato di colpo a giocare, essenzialmente ha dovuto affrontare un periodo di grossa sfiducia. Sulla terra, se centrato, è uno dei giocatori più forti e le partite a Montecarlo gli hanno fatto capire molte cose, una su tutte quella contro Djokovic, ma anche la sconfitta contro Sinner, visto che lì c’è arrivato scarico e non all’altezza delle sue possibilità“.
Ritiene che il problema di Musetti sarà sempre la continuità?
“Difficile da sapere perché parliamo di un giocatore molto dotato, ma ancora molto giovane. Probabilmente il suo tennis non lo faciliterà a essere costante come Sinner, ma vedremo…Le sue qualità sono indiscutibili“.
E sulla polemica “Super coach”?
“E’ un qualcosa che parte del giocatore. Se il tennista ritiene che debba essere inserito un altro tecnico nello staff è giusto farlo, ma magari per Musetti questa è una cosa che potrebbe essere fatta più avanti. A me in questo momento sembra che lui debba più trovare equilibrio che aggiungere“.
E su Berrettini, invece, la situazione è critica. Lei che idea si è fatto?
“Conoscono lo staff di Berrettini, interagisco con Santopadre, e purtroppo ci sono una serie di variabili che purtroppo hanno portato a questo stop: da un lato la propensione a farsi male e dall’altro magari anche le caratteristiche tecniche e fisiche di Matteo. Difficile davvero esprimersi, la speranza è che si possa riprendere per evitare ulteriori stop. Berrettini è ancora giovane per cui il tempo è dalla sua“.
Foto: LivePhotoSport