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Tennis, Simone Tartarini: “Le sciocchezze sul supercoach danno fastidio. Musetti ha perso fiducia, ma riprenderà il percorso”

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Un momento molto difficile per Lorenzo Musetti. Il 2023 avrebbe dovuto essere l’anno della definitiva consacrazione, ma fino a questo momento il suo tennis brillante, che tanto era piaciuto sul finire dell’anno passato, non si è visto. Un giocatore poco propositivo il carrarino, battuto nell’ultima partita affrontata a Miami dal ceco Jiri Lehecka.

Certo, un sorteggio non favorevole per lui, considerando le qualità del suo avversario sul cemento outdoor, qualificatosi ai quarti di finale degli Australian Open di quest’anno. Tuttavia, a preoccupare è stata la mancanza di reazione. Del resto, i numeri parlano chiaro: da metà gennaio, il bilancio di Musetti è di una partita vinta e di sei perse.

C’è da rimettere insieme i pezzi del puzzle e non è semplice per le caratteristiche del suo gioco. L’unico modo, a detta dell’azzurro e del suo staff, è quello di continuare a cimentarsi in campo nel tentativo di ritrovare le sensazioni giuste e non è un caso che il toscano, questa settimana, è presente a Marrakech (Marocco) per disputare un ATP250 sulla terra rossa, esordendo dal secondo turno contro il francese Hugo Gaston. Per analizzare la situazione ci siamo rivolti al tecnico dell’azzurro, Simone Tartarini.

Tartarini, bentrovato. Inutile negarlo, è un momento complicato per lei e Lorenzo. Può spiegare le ragioni di quanto sta accadendo?

Un periodo negativo come ne capitano a tutti nel tennis. Probabilmente Lorenzo si è creato lui stesso troppe aspettative e ora ne sta pagando il prezzo. Nella trasferta sudamericana, dove sperava di fare bene, non si è trovato affatto bene e anche in allenamento non si è espresso come doveva. In California e in Florida, invece, ha fatto vedere un altro atteggiamento in preparazione che però non si è manifestato in partita“.

Come mai?

Semplice, è in un momento di grossa sfiducia e non appena ci sono delle situazioni negative non reagisce come dovrebbe, arretra in campo ed è troppo passivo. E’ un discorso di sensazioni e solo giocando partite e vincendole possiamo cambiarle“.

Per questo, la decisione di andare a Marrakech?

Sì, l’obiettivo è fare partite per affrontare la stagione sulla terra rossa come speriamo. Purtroppo non sempre le cose che si programmano vanno per il verso giusto, ma forse un po’ tutti ci siamo dimenticati che stiamo parlando di un ragazzo giovane che deve passare anche attraverso questi momenti per crescere. Lorenzo è sempre migliorato di anno in anno e negli ultimi mesi del 2022 ha avuto una crescita notevole. Ora sta vivendo una fase complicata, ma stiamo lavorando per riprendere il percorso interrotto“.

Un percorso che prevede quali tappe?

Chiaramente il tutto è in divenire, ma la successione degli eventi è Montecarlo, Barcellona, Madrid, Roma e Parigi (Roland Garros, ndr). Nel caso in cui a Madrid o a Roma le partite affrontate non fossero molte, ci teniamo aperto il discorso dei Challenger in Italia (Cagliari e Torino ndr)“.

A proposito di programmazione, siete pentiti di quanto fatto finora?

A posteriori è sempre facile parlare. Alla fine, Lorenzo si sentiva di provare l’esperienza sudamericana e io ho assecondato la sua scelta, magari l’anno prossimo non la faremo, ma siccome stiamo parlando di un ragazzo giovane è anche giusto sperimentare“.

Il fatto che la stagione di Musetti sia stata così lunga l’anno passato, senza troppi giorni di stop, ha condizionato poi quella corrente?

Un po’ sì, visto che ha avuto anche il problema alla spalla in United Cup e prima degli Australian Open, ma il problema vero è stato nella eccessiva attesa che si è messo. Il fatto di aver raggiunto una classifica ragguardevole gli ha fatto pensare di spaccare un po’ il mondo e le conseguenze sono state poi negative quando si è trovato sulla terra sudamericana“.

In tutto questo, quanto e le hanno dato fastidio le chiacchiere sul super coach di cui tanti, tra addetti ai lavori e non, hanno parlato?

Io non sono sui social per cui un po’ di queste cose me le evito. Certo, sono venute fuori considerazioni da persone del settore che hanno espresso giudizi sui giornali. Avrei preferito che ne parlassero direttamente con il sottoscritto. Ho letto tante sciocchezze e francamente mi viene da sorridere se si pensa al livello raggiunto da Lorenzo. Sono cose che, non lo nego, disturbano anche perché la domanda su questo argomento è una costante. Ma del resto, hanno rotto le scatole a Sinner quando ha lasciato Piatti, dicendo che Vagnozzi non valeva niente e ora se ottiene i risultati è solo per Cahill. Non mi stupisco se ci si esprima in un certo modo nel merito del nostro lavoro“.

Un lavoro che, come sa, è soggetto al giudizio sulla base risultati. Teme che Musetti possa esserne un po’ schiacciato?

L’unica risposta a questa domanda la possiamo avere in campo, tra allenamento e partita. La nostra attenzione non può che essere rivolta a questo, ben sapendo che non sia una corsa contro il tempo, ma un progetto fatto di tante tappe. Parliamo di un 21enne, giusto ricordarlo“.

Foto: Victor Joly / Shutterstock.com

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